Kickboxing, Mattia Faraoni dopo la vittoria: «Ora voglio il mondiale (poi mi sposo)»

Kickboxing, Mattia Faraoni dopo la vittoria: «Sono pronto per il mondiale»
Mattia Faraoni non riesce a nascondere un pizzico di delusione. Non tanto per la sua performance sportiva, quanto per quella dell'avversario. La vittoria, nel big event...

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Mattia Faraoni non riesce a nascondere un pizzico di delusione. Non tanto per la sua performance sportiva, quanto per quella dell'avversario. La vittoria, nel big event all'Atlantico, sabato sera, è arrivata, infatti, al 49esimo secondo della seconda ripresa, con un gancio sinistro che ha mandato al tappeto Vadim “The Machine” Feger . Una quasi-passeggiata, quella del fighter romano, classe 1991, sempre più lanciato verso il titolo mondiale. «Sì, è vero, pensavo che il match sarebbe stato più ostico», ammette.

E cosa è successo?

Il mio avversario ha avuto dei problemi con il peso: non avrebbe dovuto superare i 91 chili e, invece, era a 94. Allora, con il mio staff, il Raini Clan, abbiamo acconsentito affinché combattesse a 93,5. Lui ha fatto di tutto per scendere di peso e, questo, chiaramente, ha avuto delle conseguenze sulla sua forma.

Lo hai mandato al tappeto con un gancio sinistro e non con un tuo temibilissimo calcio...

Sì, è vero. Mi piacciono di più i colpi sferrati con le gambe, ma va bene anche così...

Qual è stato l'aspetto più bello della serata di sabato?

Sicuramente l'affetto del pubblico, arrivato da tutta Italia. L'ho sentito vicinissimo e mi ha regalato delle emozioni uniche. L'ultima volta all'Atlantico, era stata 3 anni fa: ma un sold out due settimane prima della data era un sogno. Per non parlare della diretta di Dazn: era come se fossimo in serie A.

Un'attenzione, quella di una rete come Dazn, inusuale per lo sport della kick...

Sì, perché facciamo molta fatica a farci rispettare e seguire. Ma stavolta penso che ne sia valsa la pena.

Sul ring sono saliti giovani promesse, provenienti da tutta Italia. I tre fighter di cui sentiremo sicuramente parlare?

Paolo Cannito, che ha appena 19 anni, Roberto Oliva, del team Raini e Leonardo Caputi: mi hanno davvero colpito e penso che faranno molto bene.

Ma è vero che hai “istruito” il tuo pubblico su come comportarsi?
Ma no, diciamo che alcuni erano particolarmente “caldi” e, prima dell'evento, mi sono raccomandato di dare il buon esempio. Quella di sabato era, soprattutto, un'occasione di festa.

Una festa alla quale hanno preso parte anche diversi personaggi del mondo dello spettacolo, tra cui De Sica.

Che emozione. Venti anni passati a vedere i suoi film, e poi lui viene ad assistere ad un mio match. Ma c'erano anche Francesco Bruni, Maccio Capatonda e Edoardo Pesce. Per non parlare di 15 Tiktoker, tra i più seguiti d'Italia, seduti in prima fila. E' chiaro che queste presenze mi fanno piacere, perché spero che riescano a far aumentare l'interesse verso questo sport.

Parliamo del titolo mondiale. Combatterei a Roma?

Sì, oggi ne devo parlare con il mio manager e ci sono buone probabilità che combatterò a giugno, a Ostia, al palazzetto, contro lo spagnolo Albert Tapia. E subito dopo sposerò la mia Alessia, che ha già pazientato abbastanza...

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Il Messaggero