Juventus, Sarri: «Se i miei hanno vinto con me, allora sono proprio forti»

Juventus, Sarri: «Se i miei hanno vinto con me, allora sono proprio forti»
«È uno scudetto dal sapore forte, particolare: vincere è difficile, e continuare a farlo diventa sempre più complicato. Quando nello sport si dà...

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«È uno scudetto dal sapore forte, particolare: vincere è difficile, e continuare a farlo diventa sempre più complicato. Quando nello sport si dà qualcosa per scontato è una delle maggiori bugie del mondo. Stare così tanto ad alto livello non è certo una passeggiata, e trovare le motivazioni per andare avanti dopo aver vinto tanto non era facile, né scontato». Così Maurizio Sarri, dai microfoni di Sky Sport, racconta le sensazioni che prova dopo aver vinto il suo primo scudetto. «È stato un campionato particolare - dice ancora Sarri -, durissimo, faticosissimo. Averlo vinto con due giornate di anticipo è un merito. Sono andato via prima del fischio finale per paura della secchiata., ho preferito aspettarli dentro, però mi hanno preso lo stesso». Poi una battuta su due giocatori decisivi per il nono scudetto consecutivo. «Cristiano Ronaldo e Dybala sono due fuoriclasse assoluti, fanno la differenza - dice Sarri - ed è chiaro che lo scudetto è in gran parte merito loro. Per le loro caratteristiche non è facile farli convivere, ma alla fine ci siamo riusciti. Ma la costante di tutto è la società, il presidente è un grande personaggio che ci sta vicino soprattutto nelle sconfitte, e ci dà la benzina. I dirigenti sono sempre presenti agli allenamenti, e ci puoi parlare: la società è una componente importante».


«Qui bisogna entrare in punta di piedi - aggiunge Sarri - e cominciare piano piano a cambiare le cose che per te non vanno, non puoi farlo di punto in bianco: secondo me sarebbe anche poco intelligente. Il Lione? Per un giorno non ci voglio pensare, spero solo di non perdere Paulo (Dybala, infortunatosi con la Samp n..d.r.) per strada». Infine una battuta: «cosa ho detto ai ragazzi nello spogliatoio? che se avevano vinto con me, allora sono proprio forti».
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Il Messaggero