Juventus, per Sarri una vittoria senza avversari

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Non sarà questo scudetto in cottura a glorificare la Juventus e...

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Non sarà questo scudetto in cottura a glorificare la Juventus e a santificare l’apostolato di Sarri: soltanto la conquista della Champions potrebbe mettere tutti d’accordo e cancellare in una botta sola polemiche e malumori nel finale di una stagione anomala. Nove scudetti di fila sono un bottino eccezionale per la società, ma sarà una vittoria da dividere almeno in parti uguali tra i meriti della squadra e i demeriti della concorrenza: un’Inter nevrotica nonostante l’organico miliardario; una Lazio coraggiosa ma ancora insufficiente nelle seconde linee; il fenomeno Atalanta già oltre i suoi standard; un Napoli a singhiozzo, certamente da irrobustire nelle alternative di campo; e la Roma a caccia di solidità e di certezze, in campo e fuori. Tra delusione montante e speranze tradite, in casa Juve è mancato soprattutto il gioco, inseguito come un latitante. Impegnato più sul fronte europeo che sulle “miserie” del nostro campionato, con il richiamo a un malinteso rispetto delle responsabilità, Andrea Agnelli ha sempre detto di aver delegato a Nedved e Paratici le scelte tecniche: via Allegri, brutto da vedere, squadra a un profeta del bel gioco, Maurizio Sarri. Se a Conte si rimprovera spesso di stressare i calciatori, qui la scena rischia di ribaltarsi: lo stressato è Sarri, certamente preparato, competente, fautore di un calcio moderno, ma probabilmente consapevole - lui per primo - di aver tradito il mandato. Fino a perdere disponibilità al confronto e capacità di incassare le critiche, con una società che non ha saputo gestirne le filippiche e la sgradevole insofferenza, rinunciando allo stile della casa. Delle due, l’una: o Sarri ha accettato calciatori e acquisti poco funzionali al suo gioco pur di sedere sulla panchina della Juve (umana ambizione di qualsiasi tecnico) oppure aveva la presunzione di “piegare” e convertire questi giocatori al suo credo calcistico. Se non scende dalla giostra a fine stagione, se ne riparlerà al prossimo giro: magari presentando una lista della “spesa” con firma autenticata.

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Il Messaggero