La Juventus di Sarri non è ancora nata e chissà se nascerà mai. No, non era la Juve di Allegri, come in molti hanno maliziosamente osservato, quella che...
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Rispetto alle ultime stagioni, una cosa non è cambiata: il successo finale. Ma intorno alla squadra e alla società circola un’aria strana. Da una parte, le insolite incertezze sul mercato delle cessioni, con tanti giocatori, top player come Dybala o Higuain, ma non solo loro, ancora incerti sul loro futuro e tutt’altro che disposti ad accettare tranquillamente un possibile divorzio. Dall’altra, una serie di sussurri e grida, anomali per un club come la Juventus, alimentati dall’assenza prolungata del nuovo allenatore.
La mancanza del tecnico titolare in panchina, ma ancor più dal campo d’allenamento, già è pesante di per sé per una squadra che intende modificare radicalmente il suo sistema di gioco, ma lo è ancor più se accompagnata da voci incontrollate, e ingigantite dai social, non soltanto sulla gravità della malattia – certo, una polmonite non è un raffreddore – ma persino sul fatto che la società intenderebbe approfittarne per tornare indietro o addirittura che la lunga convalescenza servirebbe a nascondere i difficili rapporti che si sarebbero già creati fra Sarri e buona parte dei giocatori, a partire da CR7. Fake news non spazzate via dal clima di incertezza che la stessa formazione schierata a Parma ha in qualche modo fomentato: perché de Ligt, mister 85 milioni, in panchina? Perché nessuno dei nuovi in campo? Perché Higuain e non Dybala?
Intanto la Juventus inquieta ha messo in cascina i suoi primi tre punti, come ha fatto il Napoli, molto più serenamente nonostante le distrazioni difensive e le difficoltà incontrate contro la Fiorentina, e come quasi certamente farà l’Inter stasera contro il neopromosso Lecce. Sarà un campionato più equilibrato? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero