«Non capita tutti gli anni di arrivare in finale. Per noi sarà la seconda negli ultimi tre anni, stavolta però dobbiamo mettere le mani sulla coppa». Da...
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Bale o Isco cambia poco, Zidane si gioca la 12° Champions della storia del Real. «E’ una squadra straordinaria, con grande tecnica e velocità. È abituata a giocare questo tipo di partite, quindi sarà una grande finale.
«Paura per la finale? Quella giusta, quella che si ha quando si giocano queste gare. Però bisogna trovare il coraggio di battere questa paura e spesso ci riesco. Per questo motivo mi sento molto più forte di quelli che non sentono paura o dicono di non averne». Queste le parole del portiere della Juventus, Gigi Buffon, a due giorni dalla terza finale di Champions League della sua carriera. Dopo quelle perse nel 2003 con il Milan e nel 2015 con il Barcellona, il capitano bianconero sfiderà a Cardiff il Real Madrid. «Ce la giocheremo senza avere rimpianti e con la convinzione di potere fare bene -assicura il numero uno della Juventus ai microfoni di Premium Sport-. Questa sarà una partita importantissima come lo era quella di due anni fa col Barcellona e come quella di quattordici anni fa col Milan. Il fatto che dopo due anni ci siamo riproposti a questi livelli e ci siamo guadagnati di nuovo la possibilità di fare la storia del calcio italiano ed europeo significa che il nostro percorso è stato imperniato di valori importanti e ci ha dato dei risultati validi».
Pericolo pubblico numero uno Cristiano Ronaldo. «In un finale così la soglia di attenzione è già ai massimi livelli già qualche ora prima della gara, a prescindere dagli avversari -assicura Buffon-. Poi chiaramente se hai davanti grandi giocatori come Ronaldo, Benzema o Bale bisogna mettere quel pizzico di attenzione in più». Infine il 39enne estremo difensore sottolinea di non considerare il Pallone d'Oro una priorità: «L'unica mia priorità e l'unica motivazione che mi ha spinto fino a qui è chiudere un cerchio. Questa è l'unica cosa che mi interessa, il resto sono delle conseguenze importanti e gratificanti ma non sono delle priorità». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero