Juventus, Allegri: «Ci vuole più testa, torniamo con i piedi per terra»

Juventus, Allegri: «Ci vuole più testa, torniamo con i piedi per terra»
In settimana, durante gli allenamenti, il campanello d'allarme era suonato: «Non eravamo un granché, questione di testa», rivela Allegri. Il tecnico della...

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In settimana, durante gli allenamenti, il campanello d'allarme era suonato: «Non eravamo un granché, questione di testa», rivela Allegri. Il tecnico della Juventus quasi se lo sentiva il mezzo passo falso contro il Genoa. Che è arrivato puntuale, a dimostrare che «non si vince prima di giocare». «Torniamo con i piedi per terra e capiamo bene che, per vincere le partite, servono sacrificio e fatica», è la lezione dell'allenatore dopo l'1-1 col Genoa che ferma la striscia di vittorie dei bianconeri. Non illuda il tono pacato di Allegri: la rabbia per due punti buttati, dopo aver dominato per 60' la partita, c'è tutta. «Da queste partite passano gli scudetti e dopo 10' del secondo tempo abbiamo iniziato a pensare a Manchester - è l'analisi dell'allenatore -. Una squadra come la nostra non può permettersi di lasciare due punti per strada giocando una mezzora tanto leggera. «Cose che capitano nel calcio - prosegue -, dispiace per la mancata vittoria, ci siamo addormentati sul gol e loro sono stati bravi perché non hanno mai sbragato, mentre noi siamo usciti dalla partita».


Fatale il gol di Bessa, nato da una disattenzione della difesa che si è
«addormentata»: «Bisogna marcare - sottolinea Allegri -, quella era un'azione lenta e in area bisogna marcare. Mi fa arrabbiare tutto, sembrava angolo, ha continuato a rimbalzare e noi non abbiamo accorciato, non abbiamo coperto in area. Poi abbiamo avuto una reazione buona, ma singola, non di squadra, su questo bisogna lavorare perché non succeda più. Quando alla vigilia ho detto che, se vinci sempre si abbassa l'attenzione, intendevo questo. Oggi abbiamo fatto bene, ma non abbiamo chiuso la partita, e abbiamo creduto che bastasse quello per vincere. Il calcio invece è tremendo e ti punisce. Ho portato ai ragazzi l'esempio del Manchester (prossimo avversario in Champions, ndr), di come ha gestito gli ultimi 5', solo che noi l'abbiamo fatto per tutta la mezz'ora conclusiva».


«Da addormentati a frenetici, da frenetici ad addormentati» e il patatrac è servito contro un avversario, il Genoa, che spesso ha saputo creare grattacapi alla Juventus. E sempre con Juric in panchina. «Ho sensazioni bellissime, sono tornato a fare quello che mi piace - commenta il tecnico alla sua prima panchina da quando lo ha richiamato il Genoa -. Oggi ho visto tante cose positive, abbiamo ampi margini di miglioramento e le basi ci sono, tanti giocatori con voglia di fare bene e migliorarsi. Abbiamo fatto bene contro una grande Juve, abbiamo attaccato nel modo giusto, ma potevamo farlo con più qualità«. Un pareggio dal retrogusto di vittoria, vista la marcia fino a oggi della Juventus specialmente in casa: »Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, ma i giocatori hanno seguito bene le mie proposte - conclude il tecnico rossoblù -. Le critiche al mio arrivo? Non me ne frega niente, pensare quello che dicono gli altri ti toglie attenzione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero