Tennis, Pietrangeli: «Sinner? Nessun azzurro era così forte alla sua età nemmeno io...»

Tennis, Pietrangeli: «Sinner? Nessun azzurro era così forte alla sua età nemmeno io...»
«Credo sia nata una stella». Firmato Nicola Pietrangeli, il più grande tennista italiano di tutti i tempi, di ritorno da Milano dove ha applaudito Jannik...

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«Credo sia nata una stella». Firmato Nicola Pietrangeli, il più grande tennista italiano di tutti i tempi, di ritorno da Milano dove ha applaudito Jannik Sinner, trionfatore delle Next Gen Atp Finals. «A soli 18 anni è molto avanti sulla tabella di marcia percorsa da Berrettini, che pure è molto giovane, ma anche di tutti i migliori tennisti italiani che ho visto giocare. Da Panatta a Barazzutti e Bertolucci. Nessuno era così folgorante alla sua età, nemmeno Adriano, anche se di lui si parlava benissimo già da ragazzino. E il sottoscritto all’età di Sinner era una terza categoria...».

PARAGONI INGOMBRANTI
Alla stessa età solo Nadal (top 50) e Federer (top 70) erano meglio piazzati nel ranking, mentre Djokovic (top 100) è in linea con l’azzurro attualmente n.95. Parliamo dei Fab Three, dei tre fenomeni che stanno riscrivendo la storia del tennis e che insieme vantano la mostruosa cifra di 55 titoli dello Slam. Meglio di Murray, che all’età di Jannik era n.160. Sinner non ha l’eleganza di King Roger, né la forza letale del mancino Rafa, assomiglia forse di più a Murray, anche se spinge di più la palla alla Djokovic. Veri e propri punti deboli sui quali soffermarsi in maniera quasi ossessiva non li ha. Servizio potente, due fondamentali da fondo incisivi e regolari, risponde con notevole efficacia, si muove bene a dispetto dell’altezza (un metro e 91). E sembra non soffrire particolarmente neppure quando è costretto a difendersi.
LA PAGELLA

«Il servizio è da 9, batte sempre a 200 all’ora, specie quando è sotto pressione, e nel tennis moderno è metà del lavoro. Il diritto è devastante, terrificante: 8 e mezzo come minimo. Il rovescio è al momento un tantino meno spettacolare, ma almeno da 8 visto che riesce ad aprirsi il campo con grande continuità. Se ci aggiunge qualche palla corta al momento giusto abbiamo trovato un fenomeno da 10 e lode». Se escludiamo un gioco di volo ancora da perfezionare (ma i margini di miglioramento sono enormi vista la giovanissima età), non gli manca nulla. «Cosa consiglierei? Non voglio entrare nelle scelte del suo ottimo team, ma ne ho accennato a Piatti a Milano. Gli farei giocare qualche doppio in più. Pure in allenamento se può e alla vecchia maniera. Deve andare a rete e giocare qualche volée in posizione scomoda, perché a punto finito sono tutti bravi». Consiglio subito messo in pratica: il fresco trionfatore delle Next Gen ATP Finals di Milano è la grande attrazione del challenger di Ortisei in calendario questa settimana e domani debutterà in doppio con al fianco Lorenzo Ferri, classe 2004, con il quale divide l’appartamento a Bordighera. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero