Alzi la mano chi, tra i tifosi della Roma, non ha maledetto Yanga Mbiwa dopo aver visto il sonno che il difensore francese si era fatto sull’azione del gol del pareggio di...
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LA GRANDE BELLEZZA
Che fosse un pomeriggio da consegnare direttamente alla storia della Roma, lo si era capito quando era stato Juan Manuel Iturbe a portare in vantaggio la squadra di Rudi Garcia. L’oggetto misterioso, il flop, il bluff, il sopravvalutato: quante ne abbiano sentite e lette nei mesi passati sul conto dell’argentino? Tante. Troppe. Perché Roma è una città strana e, come ha sottolineato De Rossi, piena di commercialisti, e soprattutto perché la Roma spesso ha fatto cag... ehm, discutere (eufemismo...), ma Iturbe avrebbe meritato un pizzico di comprensione in più. Anche soltanto un po’ di pazienza in più. Iturbe non è Messi, e mai lo sarà, ma non poteva neppure essere diventato un brocco. Si diceva: in campionato in casa non ha ancora segnato. Ieri l’ha fatto, ma la Roma da calendario giocava in trasferta e, vedrete, i criticoni in servizio permanente effettivo avranno qualcosa da ridire, non saranno soddisfatti e troveranno un motivo per partorire una nuova polemica. Non basta un gol nel derby per guadagnarsi l’immunità, certo, ma aiuta. Se ne accorgeranno presto, Mapou e Manuel, che cosa significa essere Re in un derby. Un attimo che diventa una vita. La Roma, del resto, è la Grande Bellezza, come ha certificato Totti, capitano della squadra e capotifoso del popolo giallorosso.
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Il Messaggero