Italia-Svezia, la pagina nera del nostro calcio

Italia-Svezia, la pagina nera del nostro calcio
Non sono bastati la buona volontà, il cuore o la disperazione. La Svezia ci ha chiuso le porte del Mondiale e aperto quelle dell’oblio. L’eliminazione con i...

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Non sono bastati la buona volontà, il cuore o la disperazione. La Svezia ci ha chiuso le porte del Mondiale e aperto quelle dell’oblio. L’eliminazione con i modesti svedesi rappresenta infatti la pagina più nera della storia del calcio italiano. L’Irlanda del Nord nel ‘58 e la Corea nel ‘66 sono macchie sbiadite al cospetto di questo playoff. Non sarà un’apocalisse, di certo il triste epilogo di Milano apre una profonda crisi, le cui conseguenze sono inevitabili. Non ci sono alibi, ancor meno dopo i 90 minuti di ieri, dove l’ennesima sgangherata formazione messa in campo, ha confermato che bastava poco per passare il turno. Tra le discutibili decisioni arbitrali e le occasione fallite è sembrato che tutto fosse già scritto. Non c’è stato verso, però nulla accade per caso. Abbiamo subito una severa punizione, una lezione che impone cambi e ricambi a ogni livello. Non partecipare al Mondiale russo è un danno dalle gravi conseguenze economiche e di immagine, che impone un confronto serio sullo stato del calcio italiano. Dispiace tremendamente per come è andata, le lacrime di Buffon sono le nostre. Gigi e gli altri senatori lasceranno la Nazionale. È il momento della svolta. Non abbiamo grandi campioni, ma i giocatori sui cui lavorare e ripartire questo si. Potevamo e dovevamo fare meglio. L’umiliazione per la mancata partecipazione a Russia 2018 coinvolge tutto il movimento. Avido e presuntuoso a dispetto della passione dei tifosi. Piaccia o no la Federazione e Ventura ne sono i naturali responsabili, ma con essi tutto il calcio italiano. Un calcio che ha le Leghe commissariate, che litiga pensando solo ai soldi delle tv da spartire, incapace di programmare il futuro e costruire un domani. Così non si va da nessuna parte e infatti la prossima estate si va tutti al mare.
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Il Messaggero