L'Italia si inginocchia (come l'Inghilterra) contro il razzismo

L'Italia si inginocchia in finale (come l'Inghilterra) contro il razzismo
Gli azzurri hanno deciso di seguire l'esempio degli avversari e prima di Italia-Inghilterra, finale degli Europei si è inginocchiata (lo hanno fatto tutti i...

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Gli azzurri hanno deciso di seguire l'esempio degli avversari e prima di Italia-Inghilterra, finale degli Europei si è inginocchiata (lo hanno fatto tutti i calciatori): un gesto contro il razzismo che cavalca l'onda del movimento Black Lives Matter. Dopo una prima fase di disorientamento (contro il Galles nei gironi si erano inginocchiati solo in sei mentre gli altri erano rimasti in piedi), la Nazionale ha deciso, non condividendo la campagna, di "seguire" gli avversari: così contro l'Austria sono rimasti tutti in piedi, contro il Belgio si sono inginocchiati tutti e undici (al pari degli avversari) e contro la Spagna invece tutti e 22 i titolari sono rimasti in piedi. Stasera, contro l'Inghilterra - che si è inginocchiata in ogni partita dall'inizio dell'Europeo, e in Premier lo hanno fatto per tutta la stagione - il nuovo "cambio". L'Italia, per solidarietà, si è inginocchiata prima di dare il via al match. 

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Perché gli azzurri si sono inginocchiati

La questione del «ci inginocchiamo o no» è diventata politica e nel corso della competizione ha attirato qualche critica agli azzurri. A portare un po' di chiarezza ci aveva pensato la Figc: «La Federazione Italiano Giuoco Calcio, nel ribadire il suo impegno incondizionato e quello di tutti gli azzurri contro il razzismo e ogni discriminazione, ha ritenuto opportuno lasciare alla squadra la libertà di aderire alla campagna Black Lives Matter. Come già affermato dal presidente Gabriele Gravina, la Figc ritiene che l'imposizione di qualsivoglia comportamente rappresenti in sé una forma di prevaricazione e sostiene la scelta della squadra in occasione delle gare di Uefa Euro 2020, compresa quella con il Belgio di venerdì prossimo». Ma non solo: «Il giudizio sulla sensibilità di tutti i membri della Nazionale italiana in difesa dei diritti della persona umana è nel dna azzurro - concludono dalla federazione -, come provano molteplici iniziative e dichiarazioni in tal senso, e non può essere subordinato all'adesione ad una, non l'unica, manifestazione di sostegno alla lotta anti-razzista».

 

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Il Messaggero