Belgio-Italia, gli azzurri stavolta si inginocchiano come gli avversari per il Black Lives Matter

Italia-Belgio, gli azzurri stavolta si inginocchiano come gli avversari per il Black Lives Matter
Prima metà squadra, poi nessuno, stavolta tutti. Ma «per solidarietà». La Nazionale di Roberto Mancini si è inginocchiata nel segno del Black...

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Prima metà squadra, poi nessuno, stavolta tutti. Ma «per solidarietà». La Nazionale di Roberto Mancini si è inginocchiata nel segno del Black Lives Matter (e quindi a sostegno della campagna anti-razzismo nata negli Usa) a pochi secondi dall'inizio di Belgio-Italia, seguendo l'esempio degli avversari che invece dall'inizio della competizione sono tra i più "attivi". Per gli azzurri quindi è la prima volta tutti insieme, perché la linea scelta dalla squadra è stata quella di inginocchiarsi in caso di richiesta all'Uefa da parte dell'avversario, come segno di solidarietà e sensibilità al tema della lotta alla discriminazione.

Una questione che è diventata politica e che ha attirato qualche critica agli azzurri nel corso degli Europei. «La squadra si inginocchierà per solidarietà con gli avversari e non per la campagna in sé, che non condividiamo», la posizione ufficiale della Federcalcio.

«I giocatori austriaci non si sono inginocchiati e i nostri sono rimasti in piedi. Se quelli del Belgio lo faranno, anche i nostri saranno solidali con loro», continuano ancora dalla Nazionale italiana. E il messaggio, quindi, sembra chiaro. «Non ne avevamo parlato, col Galles siamo stati colti un po' alla sprovvista - aveva detto Pessina - Ma la linea è quella, la pensiamo tutti uguale».

Belgio-Italia, gli azzurri si inginocchiano ma «non condividono» la campagna

Dopo la bufera mediatica, la Figc è intervenuta ufficialmente con una nota: «La Federazione Italiano Giuoco Calcio, nel ribadire il suo impegno incondizionato e quello di tutti gli azzurri contro il razzismo e ogni discriminazione, ha ritenuto opportuno lasciare alla squadra la libertà di aderire alla campagna Black Lives Matter. Come già affermato dal presidente Gabriele Gravina, la Figc ritiene che l'imposizione di qualsivoglia comportamente rappresenti in sé una forma di prevaricazione e sostiene la scelta della squadra in occasione delle gare di Uefa Euro 2020, compresa quella con il Belgio di venerdì prossimo». Ma non solo: «Il giudizio sulla sensibilità di tutti i membri della Nazionale italiana in difesa dei diritti della persona umana è nel dna azzurro - concludono dalla federazione -, come provano molteplici iniziative e dichiarazioni in tal senso, e non può essere subordinato all'adesione ad una, non l'unica, manifestazione di sostegno alla lotta anti-razzista».

 

 

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Il Messaggero