Dal nostro inviato RIO DE JANEIRO La notte, anche la più buia porta consiglio. Le è bastato tuffarsi di nuoto in acqua per ritrovare il sorriso, quello che il quarto...
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La ritrovi nella mixed zone dello stadio del nuoto con un volto diverso, forse più tranquilla. Merito dell'acqua senza la quale lei non ci sa stare. E allora eccola fare una piccola marcia indietro: «Se mi facevi la domanda: il tuo futuro adesso come sarà? Ieri sera, ti avrei detto: non ho più voglia. Stare così male. Se me la fai adesso? A me piace stare in acqua indipendentemente da tutto. Non voglio smettere piangendo, finire così non mi piace, quindi ci sarà da pensarci bene».
La Pellegrini è poi tornata su alcune critiche che gli sono arrivare dopo il quarto posto di ieri. «Io penso che le cose che mi hanno dato fastidio sono state molto poche rispetto all'affetto che ho ricevuto dalla gente perché penso che la gara di ieri sera sia stata una grande finale, una bella gara, la più veloce dei 200 stile libero, e io penso di aver dimostrato che ho lottato fino alla fine, ma questo sport è così, si vince e si perde di centesimi. Dispiace perché è logico che avevo lavorato in funzione di un sogno che era quello di prendere una medaglia. Chiaro che se continuerò è per andare a Tokio e disputare la quinta olimpiade. Ma ora voglio solo andare in vacanza, poi non so ancorà cosa farò. Potrei prendermi una pausa e tornare oppure salutarvi e basta». Ora è il tempo delle riflessioni. Ci vorrà tempo, quello capace di rimarginare le ferite. Anche quelle più profonde.
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Il Messaggero