Mondiali, azzurre da impazzire: adesso viene il bello

Mondiali, azzurre da impazzire: adesso viene il bello
Di questo passo saremo costretti a sfornare neologismi per raccontare adeguatamente questa Italia. Che non ha già vinto i mondiali, chiaro: gli entusiasmi vanno in qualche...

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Di questo passo saremo costretti a sfornare neologismi per raccontare adeguatamente questa Italia. Che non ha già vinto i mondiali, chiaro: gli entusiasmi vanno in qualche modo tenuti a bada. Ma che, comunque, qualcosa di straordinario lo ha già fatto, eccome. Dopo le campionesse olimpiche della Cina e le ex campionesse d’Europa della Russia, sotto i colpi di Egonu e compagne sono caduti anche gli Stati Uniti, che ai mondiali giapponesi sono arrivati con i galloni di campioni in carica. Un altro 3-1 (25-16, 25-23, 20-25, 25-16), un’altra partita vinta. La nona consecutiva di questa rassegna che le azzurre di Mazzanti hanno cominciato seguendo il mantra «pensiamo a una partita per volta e poi vediamo» e che ora sembrano affrontare con l’approccio più combattivo e tamarro del «sotto a chi tocca». Il successo di ieri non era per niente scontato. In primis per il valore delle avversarie, ovvio. Ma anche perché l’Italia era già qualificata e per essere certa del primo posto nel girone le sarebbe bastato vincere un set. Le americane, dal canto loro, il pass per la Final Six in tasca mica ce l’avevano. Dovevano vincere, insomma, per evitare spiacevoli sorprese che per loro fortuna non ci sono state. Una differenza di motivazioni sufficiente a spostare gli equilibri. Il resto lo ha fatto lo psicologo Mazzanti che invece di mandare allo sbaraglio le seconde linee, onde evitare infortuni e accumuli di stanchezza, ha riproposto il sestetto tipo con Malinov in regia, Egonu opposto, Sylla e Bosetti martelli, Danesi e Chirichella centrali e De Gennaro libero. Ogni occasione è buona per crescere: siamo a un mondiale e non si fanno sconti nemmeno alle proprie giocatrici. Ha avuto ragione lui. 


BRAVE TUTTE
Mostruosa la prestazione delle nostre. Paola Egonu è ancora una volta incontenibile, 33 punti con 5 muri e 3 ace. Sylla è sempre più affidabile come seconda opzione offensiva, 22 punti e 4 muri. E poi ci sono quei numeri di squadra da stropicciarsi gli occhi. Il servizio apre crepe nella metà campo avversaria, 6 gli ace ieri contro 2 delle americane. Il muro è ormai il marchio di fabbrica azzurro, un dominio anche contro gli Usa (15 a 8). Segno più anche per la distribuzione del gioco: Ofelia Malinov riscatta la prestazione opaca contro la Russia con una partita impeccabile. 

ANCORA TU

Adesso ci si riposa qualche giorno, poi, da domenica, si aprirà la terza fase. In sostanza: si scatena la battaglia per il podio. L’Italia dovrà vedersela contro la Serbia - corsi e ricorsi storici, anche per gli uomini è stato così e l’esito è stato tutt’altro che felice - e le padrone di casa del Giappone. Sulla carta poteva andare meglio (Cina e Stati Uniti sono finite nell’altra pool con l’Olanda). Ma, visto com’è andata sin qui, siamo davvero così sicuri che debbano essere le giovani azzurre a preoccuparsi di chi c’è dall’altra parte della rete?
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Il Messaggero