Mancini e la sua Italia alla giusta “altezza”

Mancini e la sua Italia alla giusta “altezza”
dal nostro inviato TORINO E’ la Nazionale dei bassi. Per carità, nessuno si offenda. Del resto dentro la botte...

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TORINO E’ la Nazionale dei bassi. Per carità, nessuno si offenda. Del resto dentro la botte piccola, racconta il detto del popolo, c’è il vino buono. Mancini non ha Dzeko, che agita le gambe facendole sembrare ali, non ha Ibra o Mandzukic, ha Insigne e Verratti, che zompettano tipo cavallette ma assaggiano il pallone come fosse un cioccolatino e il discorso vale per Chiesa, Jorginho e gli altri. Tocco qui, tocco là, te la do e me la ridai, è il calcio del possesso rapido e corto, quello che qualche anno fa praticavano in surplace Iniesta, Xavi e Messi, che in tre saranno alti tre metri, ma con loro il pallone va in cielo, perché la tecnica, la classe non hanno mica altezza. Ma la tecnica deve essere all’altezza. E gente come Verratti e Insigne sembra ce l’abbiano e basta poco, del resto vengono dalla scuola Zeman e al boemo piaccioni i calciatori tecnici. Poi basta poco. Un tocco. Verratti uno ne ha fatto e la palla è entrata in rete come in buca da biliardo. Insigne segna uno spettacolare gol al volo, un mix di tecnica, agonismo, fede e intelligenza. Il pallone è semplice, non bisogna offenderlo con gli scarpari da corsa. E non conta solo l’altezza: quando abbiamo visto Insigne sfiorare il gol di testa, abbiamo pensato che si fosse invertito il mondo. Sarà pure l’Italia dei piccoli, dei bassi. Ma questa Italia, questa sì, è perfettamente all’altezza della situazione, ora e in futuro.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero