Italia, c'era una volta la nazionale di Conte: con Destro e Osvaldo, Eder era brasiliano, Pellé un quasi ex

Italia, c'era una volta la nazionale di Conte: con Destro e Osvaldo, Eder era brasiliano, Pellé un quasi ex
ROMA La Nazionale di Antonio Conte comincia a prendere vita il 4 settembre del 2014 dalle ceneri dell'Italia brasiliana di Cesare Prandelli, uscita sorprendentemente al primo...

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ROMA La Nazionale di Antonio Conte comincia a prendere vita il 4 settembre del 2014 dalle ceneri dell'Italia brasiliana di Cesare Prandelli, uscita sorprendentemente al primo turno del Mondiale. A Bari c'è Italia-Olanda, la prima dell'ex allenatore della Juventus, che qualche giorno dopo avrebbe dovuto affrontare, in Norvegia, l'impegno vero, quello per le qualificazioni a Euro 2016. Ecco i primi nomi di Conte per la sfida del San Nicola. Convocazioni ovviamente influenzate da quelle del Brasile, ma una scelta è subito chiara: fuori Balotelli e Cassano, punti di “forza” per la vecchia gestione. Portieri: Buffon, Padelli, Perin, Sirigu. Difensori: Astori, Bonucci, Chiellini, De Sciglio, Paletta e Ranocchia. Centrocampisti: Candreva, Darmian, De Rossi, Florenzi, Giaccherini, Maggio, Marchisio, Parolo, Pasqual, Poli e Verratti. Attaccanti: Destro, El Shaarawy, Giovinco, Immobile, Osvaldo, Zaza. Osvaldo è evaporato presto, così come Destro, attualmente pure infortunato. Ranocchia, su cui Conte puntava molto, ha pagato la brutta stagione all'Inter e poi quella ancora peggiore con la maglia della Sampdoria. La difesa più o meno è quella, oggi c'è Barzagli, che all'epoca era alle prese con un brutto infortunio, oltre ai soliti noti Chiellini e Bonucci, con De Sciglio protagonista sempre di un sali-scendi, ma alla fine il milanista, una maglia per l'Europeo, se l'è praticamente guadagnata. Conte è rimasto sorpreso dalla sua prestazione contro la Juve in finale di coppa Italia. Spariti dai radar Paletta e Padelli.

TRASFORMAZIONI

Una grande trasformazione c'è stata centrocampo, dove non ci sono più Maggio e Pasqual (e Aquilani, che in Brasile è andato). Florenzi è stato un punto di riferimento per Conte e invece con Prandelli aveva perso il Mondiale all'ultimo sprint. Sul centrocampo, insomma, a parte qualche piccola eccezione (Pirlo inizialmente aveva detto addio all'azzurro), Conte ha avuto subito le idee chiare. I nomi che non sono comparsi subito sono quelli di Balotelli e Cassano, su cui Conte non ha praticamente mai puntato. Con Mario ci ha provato ma ha capito che non era aria. Idem con Osvaldo. È arrivato Pellè, considerato dopo il Brasile quasi un ex. Ed è comparso Eder, che all'epoca di Bari era ancora più brasiliano che italiano.
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Il Messaggero