ROMA La Nazionale di Antonio Conte comincia a prendere vita il 4 settembre del 2014 dalle ceneri dell'Italia brasiliana di Cesare Prandelli, uscita sorprendentemente al primo...
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TRASFORMAZIONI
Una grande trasformazione c'è stata centrocampo, dove non ci sono più Maggio e Pasqual (e Aquilani, che in Brasile è andato). Florenzi è stato un punto di riferimento per Conte e invece con Prandelli aveva perso il Mondiale all'ultimo sprint. Sul centrocampo, insomma, a parte qualche piccola eccezione (Pirlo inizialmente aveva detto addio all'azzurro), Conte ha avuto subito le idee chiare. I nomi che non sono comparsi subito sono quelli di Balotelli e Cassano, su cui Conte non ha praticamente mai puntato. Con Mario ci ha provato ma ha capito che non era aria. Idem con Osvaldo. È arrivato Pellè, considerato dopo il Brasile quasi un ex. Ed è comparso Eder, che all'epoca di Bari era ancora più brasiliano che italiano.
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Il Messaggero