Inzaghi dribbla Ancelotti: «L'allenatore sono io, contratto ancora per un anno»

Inzaghi dribbla Ancelotti: «L'allenatore sono io, contratto ancora per un anno»
«Fino a quando non mi diranno nulla, resto il tecnico del Milan. Ho un contratto per un altro anno». Alla vigilia della sfida con il Torino, ultima stagionale a San Siro, Pippo...

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«Fino a quando non mi diranno nulla, resto il tecnico del Milan. Ho un contratto per un altro anno». Alla vigilia della sfida con il Torino, ultima stagionale a San Siro, Pippo Inzaghi stoppa le voci di un addio anticipato per fare posto al ritorno di Carletto Ancelotti, in rotta con il Real Madrid.


Torino. «Hanno tante assenze? È una partita complicata. Il Torino sta facendo bene e gioca un certo tipo di calcio. Io non guarderei l’avversario, dobbiamo cercare di fare una bella gara non pensando alle assenze che abbiamo».

El Shaarawy. «Lui viene da tanti mesi di inattività. La mia speranza è di farlo partire dall’inizio, anche perché siamo in pochi. L’ho visto bene, in quel ruolo ho anche Di Molfetta che mi dà ampie garanzie. Deciderò chi far partire titolare tra i due e chi farà staffetta. Se Stephan sta bene, parte dall'inizio lui».

Ancelotti. «Io sono l’allenatore del Milan. Ho un contratto e vado avanti per la mia strada. Carletto è un grandissimo tecnico, ma fino a quando non mi verrà comunicato qualcosa, andrò avanti».

Divergenze con Berlusconi. «Non devo dare risposte a nessuno. Parlo con lui da nove mesi. Spesso siamo stati d’accordo, altre volte no. Ma mi ha sempre lasciato lavorare».

Rosa. «Penso ci sia una buona base. Ci sono tutti i presupposti per tornare grandi».

Giovani. «Penso che questi ragazzi io la conosca meglio di tutti, con loro ho vinto un Viareggio. Alcuni dei migliori prospetti dell’anno scorso, come Pinato, sono andati via e non hanno giocato con continuità. Abbiamo dei giovani bravi, ma avrei voluti metterli in un altro contesto per farli rendere al meglio. I migliori del vivaio sono i ’98, ma è davvero difficile farli debuttare così giovani». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero