Lazio, per Simone Inzaghi un debutto da veterano

L'abbraccio di Simone Inzaghi ai protagonisti
ROMA - La notte che Simone Inzaghi non scorderà mai. A 40 anni,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA - La notte che Simone Inzaghi non scorderà mai. A 40 anni, chiamato al capezzale di una Lazio malata, non ha esitato a prendersi la grande responsabilità, gettandosi nella mischia con personalità e coraggio, dopo aver fatto una positiva trafila nelle giovanili: Allievi e Primavera. Da allenatore dimostra grinta, sicurezza e rabbia, qualità non sempre evidenziate da calciatore, nonostante abbia scritto cifre importanti come attaccante. Inzaghi è uno studioso di calcio, un meticoloso che conosce bene i calciatori, anche quelli di categorie inferiori alla serie A. E così gli sono bastati pochi giorni per rivitalizzare una squadra sbiadita, che aveva perso identità e voglia di lottare. Il Palermo è forse la formazione più scarsa di questo momento, però la prova dei biancocelesti, soprattutto quella del primo tempo, è stata inappuntabile. Ha restituito fiducia a Keita, che Pioli non "vedeva" molto, ha responsabilizzato al massimo Candreva, ha eliminato lo stucchevole e inamissibile ballottaggio tra Klose, Matri e in particolare Djordjevic, mandando in campo il più forte in assoluto, ha rispolverato Onazi per restituire filtro e dinamismo a un centrocampo troppo macchinoso e senza la capacità di recuperare palloni. E, fatto ancora più importante, ha riportato entusiasmo e fiducia al gruppo che, a Palermo, anche quello che componeva la panchina, è apparso tutto unito attorno al nuovo tecnico. La Lazio non ha un organico super ma nemmeno così scarso da vivacchiare a metà classifica. Le scelte di Pioli, scontate e spesso sbagliate, hanno portato a una stagione negativa, Inzaghi proverà a riaccendere il filo della speranza per un posto in Uefa, ancora lontana ma ancora possibile. Una serata magica per Inzaghino che, all'esordio in serie A, ha riportato la Lazio al successo esterno e l'ha fatto con il piglio da grande squadra, un battesimo di questo tipo nemmeno avrebbe potuto sognarlo: l'avvio è stato felice ed entusiasmante, il difficile arriverà in avanti quando dovrà confermare quanto di buono evidenziato a Palermo. Simone rifiuta l'etichetta di "traghettatore", sente di avere le capacità e il carisma per indurre il presidente Claudio Lotito a confermarlo: il suo futuro passerà dalle prossime 6 giornate di campionato.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero