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Non ha ancora vinto lo scudetto, eppure può forse già considerarsi l’allenatore più amato d’ogni tempo. E’ lì con Maestrelli ed Eriksson, Inzaghi ha compiuto un autentico miracolo in quattro anni e mezzo. E’ risalito dall’inferno (o, fate voi, da Salerno) e ha riportato la Lazio in Paradiso. Gli ottavi di Champions sono il coronamento di un percorso tortuoso e virtuoso, ricco di delusioni (vedi Salisburgo, l’Inter il 20 maggio e lo scorso post lockdown) e trofei (la Juve battuta due volte), in cui Simone è cresciuto insieme al suo gruppo. Era stato accolto dopo il caos Bielsa con tanto scetticismo, ha trasformato i mugugni in un coro univoco. E’ stato furbo, ma sopratutto bravo. E’ entrato nella testa dei giocatori, ha gestito le critiche in ogni momento buio, ha ribaltato ogni pronostico. Veniva considerato un traghettatore, Inzaghi ora è il Caronte di un sogno compiuto: «Contro il Bruges è come se avessimo vinto un altro trofeo». Simone e la Lazio se lo sono strameritato. E non dev’essere l’ultimo.
GIUGNO
Un altro record storico chiama subito il rinnovo. E’ possibile che sia a scadenza a giugno l’allenatore che ha appena portato la Lazio agli ottavi di Champions vent’anni dopo? Inzaghi va blindato.
REGALO
Ieri Inzaghi ne ha concesso uno di riposo alla squadra e a se stesso. Tuttavia già lunedì Lotito aveva di nuovo accennato al discorso prolungamento. Forse perché le ultime e insistenti voci provenienti da Milano cominciano a infastidirlo. Il presidente non ha intenzione di sentirsi ostaggio, adesso vuole chiudere questa storia entro fine anno. La proposta sarà un biennale a 3 milioni più bonus. Ma non sarebbe nulla ovviamente rispetto alle cifre che potrebbe offrirgli l’Inter per il dopo Conte in nerazzurro. Alla finestra anche il Psg e, in seconda linea, la Juve, nel caso in cui dovesse precipitare la situazione di Pirlo. Secondo Lotito però Inzaghi deve decidere adesso, senza tenersi aperto (ma ci sarebbe comunque l’inserimento di una clausola rescissoria) nessun altro spiraglio. In questo senso fa ben sperare il ritorno del fido dt Peruzzi a Formello. Ma anche Tare avrà un ruolo decisivo. Il ds è ormai legato a un filo doppio al tecnico e potrebbe restare con lui oppure addirittura (vedi l’Inter) seguirlo. Lotito lo vivrebbe come un tradimento, non vuole nemmeno pensare a un simile scenario. Eppure era stato proprio lui a corteggiare Allegri allo sfinimento. In caso d’addio d’Inzaghi, l’ex allenatore bianconero rimane il primo obiettivo, Juric e De Zerbi idee per il bel calcio espresso. Conceicao è il nome per proseguire sulla scia della tradizione degli ex della Lazio. Potrebbe tornare di moda anche Mihajlovic, in questo senso. Inutile però pensare già al sostituto quando c’è ancora Inzaghi come orizzonte assoluto. Piuttosto si consumi con Lotito questo benedetto incontro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero