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L'abbraccio finale è una immagine potentissima. E' l'attimo in cui la rabbia accumulata in settimana esplode e si trasforma in gioia. Estasi. Goduria. A far incendiare tutto è sempre il solito Caicedo. Ancora. Lui. Ancora una gol decisivo quando tutto sembrava finito. Riaccende i cuori. Li fa esplodere fuori dal petto. Basta chiamarlo bomber di scorta. Il punto guadagnato contro la Juve vale tre volte tanto. Perché la Lazio ha dimostrato che nelle difficoltà è in grado di tirare fuori una forza incredibile. Si compatta. Diventa cemento. Resiste a qualsiasi cosa e si trasforma in una cosa bellissima. E' la "vittoria" del gruppo. Dell'unione.
L'azione che trasforma la rabbia in estasi è un capolavoro di unità. Inzaghi che indica a Marusic di rimettere la palla in gioco verso Correa. Il Tucu che s'accende dopo ore di sonno e poi il graffio che squarcia il bianco e nero e fa esplodere i colori. Quelli del cielo. Un capolavoro arrivato al termine di una settimana difficilissima chiusasi con una vigilia da incubo con tanto di perquisizioni a Formello. Inzaghi è riuscito a catalizzare il problemi trasformandoli in forza. Applausi.
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