Il sabato perfetto. Quello dei fratelli Inzaghi: Simone e Pippo, quando il calcio è un affare di famiglia e assomiglia ad una favola. Lazio e Benevento giocano in...
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«Ho provato a chiamare mamma e papà, ma papà piangeva e non sono neanche riuscito a parlargli, lo saluto qui in tv», aggiunge Filippo, che poi torna a commentare la gara. «Al di là dei gol mi sono piaciuti il gioco e la mentalità - spiega Pippo -. Se hai questa testa, puoi fare anche rimonte così. Mi hanno fatto molto piacere i complimenti di Ranieri. Le premesse sono ottime, ma abbiamo davanti un percorso lungo, perché la Serie A non perdona. Se sbagli un disimpegno, ti fanno subito gol. Allenare mi piace, a prescindere dalla categoria».
OBIETTIVI E FUTURO
Pippo è chiamato a salvare il Benevento. Simone Inzaghi, dopo una stagione esaltante, vuole ripetersi e fare bella figura in Champions League. La vittoria di ieri con i rossoblù è il modo migliore per iniziare l’anno: «La variabile vento era importante, ma l’abbiamo gestita bene e sono molto soddisfatto». Il tecnico laziale mira ad alzare l’asticella e non risparmia critiche, anche quando si ottengono i tre punti: «L’unico appunto è che nel primo tempo avremmo dovuto concretizzare un po’ di più». La mancanza di cinismo sotto porta era emersa già nelle amichevoli. La testa è ora all’Atalanta, sfida in programma mercoledì all’Olimpico, e anche al rinnovo: «Non ho ancora prolungato il contratto con la Lazio perché il mio presidente è molto impegnato e non c’è stato il momento di sedersi al tavolo. Ci sarà però tutto il tempo e ognuno farà le proprie valutazioni».
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Il Messaggero