Inzaghi e Pellegrini ricevono il premio Beppe Viola. Il romanista: «La clausola? Non vuol dire che cambierò squadra»

Hanno ricevuto presso il Salone d’onore del Coni il premio AICS di cultura sportiva “Beppe Viola”, Simone Inzaghi e Lorenzo Pellegrini. L’allenatore della...

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Hanno ricevuto presso il Salone d’onore del Coni il premio AICS di cultura sportiva “Beppe Viola”, Simone Inzaghi e Lorenzo Pellegrini. L’allenatore della Lazio e il centrocampista della Roma sono tra le personalità del mondo dello sport e dell’informazione che nel pomeriggio hanno ottenuto il riconoscimento, dedicato al famoso giornalista, giunto ormai alla sua trentacinquesima edizione. Insieme a loro sono stati premiati anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia e i giornalisti Gianluca Di Marzio (Sky), Marco Lollobrigida (Rai) e Fabio Massimo Splendore (Corriere dello Sport).

 

«Avere una clausola non vuol dire per forza che un calciatore debba cambiare squadra ogni anno». Lorenzo Pellegrini ha le idee chiare sul suo futuro e non vuole rinunciare alla maglia giallorossa che ha conquistato con tanto sacrificio da nemmeno un anno. «Ci incontreremo con la società per fare il punto della situazione a fine stagione, ma ora dobbiamo raggiungere ancora il terzo posto». Un percorso, quello della Roma, che ha portato la squadra allenata da Di Francesco in semifinale di Champions League: «Il tecnico è stato molto importante in questi miei tre anni di crescita. Sia lui che io possiamo fare ancora meglio. Siamo due persone molto ambiziose, cerchiamo sempre di migliorarci e spero che lo faremo il prossimo anno. Partiremo con qualche consapevolezza in più rispetto allo scorso anno e cercheremo di fare ancora meglio sia in Champions - dove sarà sicuramente difficile ma bello, come è stato il nostro percorso di questa stagione - che in campionato». Il pareggio contro la Juventus di ieri ha permesso alla Roma di avvicinarsi ulteriormente al terzo posto: «La Roma voleva vincere. Sicuramente a loro interessava meno perché con un punto sarebbero stati automaticamente campioni d’Italia, una partita affrontata in due maniere differenti. La Roma vuole arrivare terza, quindi andremo a Sassuolo per vincere la partita».
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Il Messaggero