La stagione ciclistica 2019 è alle porte e il team spezzino Nippo Vini Fantini Faizanè, vuole viverlo da protagonista. Per farlo, la squadra di Francesco Pelosi ha...
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La carriera di Moreno è stata subito brillante, poi è però mancata continuità. «Al primo anno da pro nel 2012 ho conquistato il Trofeo Laigueglia e l’anno dopo sono stato il primo italiano a vincere Strade Bianche e questo mi ha fatto diventare una promessa del ciclismo italiano. Poi, però, non è andata così bene». Il 2014 e il 2015 sono infatti stati anni di anonimato per Moreno. Che ha avuto la fortuna di un tecnico azzurro come Davide Cassani, che ha creduto in lui e lo ha portato agli europei di Plumelec, dov’è salito sul podio della cronometro. «Davide è una persona fantastica. Mi è sempre stato vicino e mi ha sempre chiamato per sapere come stavo. Nel 2016 mi ha dato una grande opportunità in nazionale e devo ringraziarlo, perché il bronzo mi ha permesso di tornare a credere in me. Cassani ha poi continuato a starmi vicino, convocandomi di nuovo in nazionale nel 2018, anno in cui ho vinto il mio secondo Trofeo Laigueglia».
IL PASSATO
L’anno prima era arrivato il passaggio nell’Astana di Vinokourov, ma a causa di una monocleosi i risultati non sono arrivati. «L’ultimo biennio è stato il più difficile per me. Nonostante l’impegno, le vittorie non sono arrivate e mi è mancata un po’ di serenità perché non mi bastava correre con il gruppo, volevo il risultato. Non vincevo e mi sentivo deludere chi aveva puntato su di me». Moreno ha un cognome importante che riporta subito allo zio Francesco un’icona di questo sport. «In famiglia il ciclismo lo abbiamo sempre vissuto, non solo per le vittorie di zio Francesco, ma perché tutti lo amiamo. Io e mio cugino Ignazio con tutti i ragazzini di Giovo abbiamo iniziato a correre con la Montecorona e insieme sognavamo di diventare dei campioni. Con papà guardavo il Giro d’Italia, lui faceva il tifo per Simoni e io per Pantani. Il Pirata con la sua bandana era il mio idolo».
IL FUTURO
Adesso Moreno guarda dritto al futuro e vede nella Nippo Vini Fantini Faizanè la squadra giusta per ripartire. «È una squadra unica veramente ed è come essere in una grande famiglia dove Pelosi incarna perfettamente la figura del leader. Non hanno nulla in meno rispetto ad una squadra world tour, ma al contrario sono loro ad avere qualcosa in più. Non c’è lo stress del calendario già fissato ad ottobre e con loro so che potrò fare sicuramente bene. Sono un uomo da corse di un giorno e voglio dimostrare di poter vincere di nuovo, ma al tempo stesso sarò a disposizione dei miei compagni. Questa per me è veramente l’occasione di uscire fuori dal gruppo e dimostrare chi sono». Con lui oltre al preparatore Mazzoleni ci saranno anche i direttori sportivi Manzoni e Tebaldi che sperano di poter correre al prossimo Giro d’Italia. «Mazzoleni era con me già in Astana e insieme ai direttori sportivi sono certo che faremo grandi cose. In questo team anche gli sponsor hanno un ruolo importante, come Valentino Sciotti proprietario della Farnese Vini che vive la squadra con lo stesso entusiasmo di un padre». Il team orange e blu, che debutterà al San Juan in Argentina e alla Valenciana in Europa, ha deciso di puntare anche sui giovani di talento come Alejandro Osorio miglior scalatore al Tour de l’Avenir e Giovanni Lonardi, vincitore di una tappa al Giro Under23. Questi due giovanissimi andranno ad unirsi ai due fratelli Cima e Bagioli che stanno già dando ottimi risultati.
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Il Messaggero