Internazionali, Djokovic re di Roma per la sesta volta: battuto Tsitsipas in finale

Internazionali, Djokovic re di Roma per la sesta volta: battuto Tsitsipas in finale
Sesta sinfonia per Novak Djokovic: l'asso di Belgrado sconfigge Stefanos Tsitsipas al Centrale del Foro Italico, dopo una battaglia spettacolare e dai molti volti. Il primo...

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Sesta sinfonia per Novak Djokovic: l'asso di Belgrado sconfigge Stefanos Tsitsipas al Centrale del Foro Italico, dopo una battaglia spettacolare e dai molti volti. Il primo set è stato uno show di Nole, che ha massacrato 6-0 il più giovane rivale, demolendolo psicologicamente subito con un break a zero, senza sbagliare praticamente nulla (90 per cento di punti con la prima). L'ellenico è nervoso, tanto da ricevere un warning dopo aver sfondato la racchetta per la frustrazione dopo il 4-0. Nella seconda frazione, un cambio radicale di mentalità porta Tsitsipas (sempre seguito con attenzione dal papà-coach Apostolos in tribuna) a rimontare con orgoglio: ben 5 game vinti a 2, con Nole che manda a quel paese il pubblico romano che inneggia per il suo avversario. Djokovic è un cyborg, e porta la gara al tie break, ultimo atto della partita: 7-5, Nole allarga le braccia sorridendo.

Era la quarta finale di fila

Il fenomeno serbo, dopo non aver partecipato agli Australian Open per la nota vicenda-vaccino, e aver mancato Montecarlo, ha fatto vedere evidenti segnali di ripresa a Madrid, dove ha capitolato solo in semifinale contro il baby prodigio Carlos Alcaraz. Oggi ha centrato la sesta vittoria a Roma, nella sua dodicesima finale (addirittura la quarta di fila). Un trionfo che ha un sapore diverso, perché arrivato dopo un inverno molto complicato: con la primavera, il giocatore più forte del mondo è sbocciato nuovamente come fanno i fiori. Per l'ateniese, invece, che ieri si era sbarazzato in tre set di Sascha Zverev e puntava alla prima affermazione al Foro, quella di oggi è una lezione per il futuro. Non si può concedere un set intero a un cannibale come il Djoker, ma la reazione del classe 1998 nel secondo parziale è un buon segnale per i prossimi scontri con Nole. Stefanos ha tutto per essere il prossimo numero uno del mondo negli anni che verranno, ma oggi a Roma si parla serbo.

 

 

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Il Messaggero