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All'eserodio agli Internazionali di Roma, Novak Djokovic ha battuto facilmente il russo Karatsev con il punteggio di 6-3, 6-2: il numero uno del mondo ha dominato l'incontro dall'inizio alla fine (giusto nel finale ha appena rallentato) e l'ha sigillato in un'ora e 30 minuti. Bagno di folla al Centrale, festa sulle tribune.
Poi Nole ha parlato in conferenza-stampa: «Considero Roma la mia seconda casa, è bello giocare nel Colosseo del tennis. Durante la mia carriera spesso non ho avuto la maggioranza dei tifosi a favore, ma qui invece sì: è qualcosa che ti dà il vento nella schiena».
«Uno di noi» sulla telecamera
Il campione spiega poi la sua scritta sulla telecamera a fine partita («Uno di noi»): «L'ho fatto perché ho rivisto due ragazzi italiani che dieci anni fa mi erano veduti a vedere e cantavano sempre 'Djokovic uno di noi''».
Nole conclude parlando della polemica di Zverev post-finale di Madrid sull'orario tardo delle partite: «Sono d'accordo con lui, non si può finire di giocare all'una, andare a dormire tardi e ri-giocare il giorno dopo. Capisco che si vogliano vendere più biglietti facendo anche una sessione serale ma questo crea problemi se si finisce troppo tardi».
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Il Messaggero