Tira un’aria nuova ad Appiano Gentile. Una ventata di ottimismo per il futuro, ma non per la vittoria ottenuta contro la Juventus, la rivale di sempre. L’arrivo di...
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OBIETTIVO STADIO
Investire sul storico impianto milanese (inaugurato il 19 settembre 1926) almeno 150 milioni di euro. Ed è per questo che il gruppo di Nanchino un paio di giorni fa si è incontrato, a Palazzo Marino, con il sindaco Beppe Sala. Naturalmente, le ambizioni dell’Inter sullo stadio dovranno conciliarsi anche con le intenzioni del Milan, con il quale i nerazzurri condividono l’impianto con una convenzione fino al 2030 (salvo cambiamenti) per l’affitto e la gestione. Ma l’altra sponda del Naviglio, quella rossonera appunto, è ancora un cantiere aperto. Il closing con la cordata cinese è atteso entro il 15 novembre, dopo i 100 milioni di euro versati a Fininvest come caparra.
MENTALITA’ VINCENTE
L’Inter è sempre molto vicina alla squadra. Anche ieri, infatti, Erick Thohir è stato alla Pinetina per assistere alla rifinitura. Stasera i nerazzurri cercheranno di dare continuità, sul campo dell’Empoli, alla bella vittoria conquistata contro la Juventus. Frank de Boer non ammette passi falsi: «Sabato ero quasi morto, prima della Juventus. Adesso chiedete se possiamo vincere lo scudetto. La stagione è molto lunga e sarebbe giusto parlare di titoli solo a 4-5 partite dalla fine», le parole del tecnico olandese, che ha ormai capito la mentalità del calcio italiano con suoi altalenanti umori. L’Inter dovrà avere lo stesso atteggiamento di sabato sera: «Sì, perché questa è una cosa più importante della tattica. Per questo non mi spaventa l’assenza di Banega, abbiamo una grande squadra. I titoli si vincono contro le piccole squadre e nel nostro processo di crescita rientra anche la capacità di saper gestire queste partite. Dopo la partita con l’Empoli sapremo a che punto siamo». Tra i convocati spunta Gabigol, acquistato questa estate dal Santos e strappato a Barcellona e (soprattutto) Juventus. Non ci sarà ancora Brozovic: «Deve capire il suo ruolo in questo club e anche che lui non è più grande dell’Inter. Deve accettarlo e quando tornerà a lavorare duro, sarà accolto nuovamente. Noi non possiamo invece accettare certi atteggiamenti».
LA SQUADRA
Ci saranno dei cambi.
Il Messaggero