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«È passato circa un mese dalla fine di una stagione in cui il calcio italiano è stato protagonista con tre finaliste e cinque semifinaliste nelle coppe europee. Siamo tornati un po’ agli anni ’90 e all’inizio dei 2000, con grande credibilità. Il gap continua, però, a crescere, sapete che è in atto una negoziazione con i broadcaster per i diritti tv, manca un accordo. Ci sono anche altre difficoltà burocratiche: l’Italia è fanalino di coda a livello di strutture e c’è grande carenza per i centri giovanili che rappresentano un aspetto molto lacunoso in quello che è uno degli strumenti per la crescita dei giovani», le prime parole di Beppe Marotta, incentrate sulle molte problematiche che deve affrontare il calcio italiano.
Come ad esempio la volontà dei sauditi di investire e acquistare molti giocatori. «Altro aspetto da riconoscere è che i capitali dell’Arabia sono arrivati in Europa, hanno cominciato ad acquistare e questo può indebolire il calcio anche italiano. Dall’altra parte ci dà la possibilità di fare cassa per allestire la squadra. Ci auguriamo che il sistema federale e il ministro Abodi, molto vicino al fenomeno del calcio, possa accompagnarci con ancora più forza in un processo di riforma che porterebbe grandi benefici», ha aggiunto l’ad nerazzurro. Parlando del campo, l’Inter arriva dalla finale di Champions, persa 1-0 contro il Manchester City il 10 giugno, e dalla vittoria di due trofei: «Merito del nostro allenatore. Il percorso in campionato è stato influenzato dalla sosta del Mondiale in Qatar. Alla fine abbiamo conquistato meritatamente la qualificazione alla prossima Champions».
E ancora: «Grande orgoglio essere vice campioni d’Europa. I tre acquisti fatti hanno come obiettivo ringiovanire la rosa e dare un contributo alla Nazionale. Abbiamo acquistato uno dei talenti del nostro campionato, Frattesi. Con l’augurio che la nostra Nazionale torni nella posizione che merita». L’Inter vuole restare competitiva: «Noi siamo davvero un bel team di dirigenti e management che ama l’Inter. Il ringraziamento più grande va fatta alla famiglia Zhang, che non ha mai fatto mancare le proprie risorse nonostante il periodo Covid».
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