OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
La quasi eliminazione dalla Champions non solo rischia di influire negativamente sul bilancio dell’Inter – al 30 giugno 2020 il passivo ammonta a 102,4 milioni di euro -, ma anche sul morale di una squadra che fino a qualche mese fa cercava di tenere testa alla Juventus e si giocava una finale di Europa League, poi persa 3-2 contro il Siviglia a Colonia. Da quel momento è come se qualcuno avesse staccato la spina. L’Inter ha smarrito la sua fame, la sua voglia e la sua identità. Falliscono tutti. Il reparto più forte: la difesa; gli uomini del tecnico salentino: Vidal (sarà multato per l’espulsione rimediata contro il Real Madrid) e Hakimi; lo stesso Antonio Conte. Non si tratta se sia più o meno grintoso rispetto alla scorsa stagione. Il problema è che sembra non si voglia discostare dal suo 3-5-2 o dal suo 3-4-1-2. Il gioco prevedile e la flessione nella condizione fisica sono lampanti. Ma l’Inter non si può fermare. I bonus sono finiti e serve una svolta già domani pomeriggio in casa del Sassuolo (ore 15). E non sarà facile per niente contro la rivelazione di questo inizio campionato, seconda a due punti dal Milan, ma davanti a tutte le altre. Il fallimento più grande resta la gestione di Eriksen. Il danese ha la colpa di non essersi mai ambientato in questa sua nuova realtà; il tecnico quella di non aver insistito molto sulle sue qualità. A peggiorare la questione anche le dichiarazioni del giocatore appena si univa alla sua Nazionale, la Danimarca. Sarà in panchina anche a Reggio Emilia. Conte va avanti per la sua strada. Le novità potrebbero essere D’Ambrosio, Perisic e Darmian titolari al posto di Bastoni, Hakimi e Young. Con una sola certezza: Lukaku. Se può, lui in campo ci va sempre.
Il Messaggero