Inchiesta sulla Fifa, torna la guerra fredda e la Russia protesta: «Tutto illegale»

Inchiesta sulla Fifa, torna la guerra fredda e la Russia protesta: «Tutto illegale»
Gli arresti a Zurigo di alcuni alti dirigenti della Fifa hanno scosso i delegati dei 209 paesi ad essa associati, riuniti nella città svizzera dove venerdì si terrà il...

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Gli arresti a Zurigo di alcuni alti dirigenti della Fifa hanno scosso i delegati dei 209 paesi ad essa associati, riuniti nella città svizzera dove venerdì si terrà il congresso che sceglierà il presidente della Federcalcio mondiale per i prossimi quattro anni. Un terremoto tempestivo è sembrato a molti, ma agli osservatori non è sfuggita anche un secondo elemento discutibile, se non vogliamo dire sospetto, nel 2018 il paese ospitante dei Mondiali di calcio è la Russia del presidente Vladimir Putin, un oppositore vigoroso degli interessi statunitensi sullo scacchiere internazionale a cui, in un rinnovato clima di guerra fredda, a molti non dispiacerebbe regalare uno sgambetto.


Dopo gli arresti a beneficio dei media, arrivano infatti i primi impedimenti legali ad una inchiesta che presta il fianco a perplessità. Sei dei sette dirigenti Fifa, tra cui due vicepresidenti, arrestati stamani dalla polizia svizzera su mandato dell' Fbi, si sono opposti alla decisione di farsi estradare negli Stati Uniti. Lo ha reso noto il ministero della Giustizia svizzero facendo sapere che subito dopo gli arresti è scattata la battaglia legale per trasferire negli Stati Uniti gli arrestati: Jeffrey Webb (Isole Cayman), Eugenio Figueredo (Uruguay), Eduardo Li (Costa Rica), Julio Rocha (Nicaragua), Costas Takkas (Gb), Rafael Esquivel (Venezuela) e Jose Maria Marin (Brasile). Un problema esiste, e non è piccolo se l'intenzione del dipartimento di giustizia era quello di contestare reati e celebrare processi sul suolo statunitense.

«Un gruppo di individui rappresentanti vari Paesi sono accusati di una cinquantina di episodi di ogni sorta di macchinazione finanziaria», ha dichiarato Aleksandr Lukashevicch, portavoce del ministero degli esteri russo. «Senza entrare nel dettaglio delle accuse contestate, sottolineiamo che stiamo assistendo ad un altro caso di illegale applicazione extraterritoriale delle leggi Usa», ha proseguito.


«La campagna della candidatura della Russia per ospitare il Mondiali di calcio del 2018 è stata fatta in completa conformità con le norme etiche della Fifa», ha aggiunto, assicurando che «il comitato organizzativo dei Mondiali è pronto a collaborare all'esame di tutte le circostanze legate dalla campagna per la candidatura» russa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero