Un tranquillo week end di passione pallonara. Banale, forse. Ma la realtà è questa. Seconda contro prima, sabato; terza contro quarta, domenica. Senza dimenticare,...
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TUTA CONTRO GIACCA E CRAVATTA
Il Napoli capolista si presenterà a Torino con un vantaggio di due punti e otto vittorie di fila alle spalle; la Juventus, con il successo di Frosinone, è salita a quota 14 successi consecutivi. Due squadre che stanno benissimo, ecco il punto. E che si equivalgono: 17 volte entrambe hanno conquistato i tre punti, ad esempio, con gli azzurri che hanno perso soltanto due partite, l'ultima all'inizio di dicembre a Bologna: da quel momento, il pari casalingo con la Roma e poi le otto vittorie di fila. Non male. La Juventus (4 ko) dopo esser crollata a fine ottobre a Reggio Emilia contro il Sassuolo (curiosità: lì aveva perso alla “prima” anche il Napoli) ha cominciato a marciare come un rullo compressore, 42 punti in 14 partite e vetta soltanto a due lunghezze. Se il Pipita è il simbolo del Napoli di Maurizio Sarri (tuta, scarpe da ginnastica, barba incolta e modi sbrigativi), Paulo Dybala lo è della Juventus di Max Allegri (giacca, cravatta, app e social): sarebbe assai sbagliato, però, pensare che Napoli e Juve sono soltanto quei due argentini così diversi. Loro sono semplicemente le stelle oggi più luccicanti di due gruppi super organizzati, i valori aggiunti di collettivi quasi perfetti. Sarà spettacolo, allora? Dipenderà dall'approccio mentale che avranno i protagonisti alla super sfida da sei punti.
SPALLETTI IN AGGUATO
Domenica sera al Franchi, poi, la sfida dei musi lunghi con vista sulla Champions tra Fiorentina (46 p.) e Inter (45), che non stanno bene e che sono guidate da due tecnici, Paulo Sousa e Roberto Mancini, fin troppo nervosi. La sensazione che chi perderà sarà perduto è molto forte. Luciano Spalletti (44) non aspetta altro, Carpi permettendo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero