Si sente come un venticiquenne, beato lui. Può sembrare una minaccia, se torniamo indietro di qualche mese, quando Francesco Totti provava a convincere gli scettici che il...
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I SENSI OFFESI
Grazie a lui oggi un calciatore può convincersi di giocare fino a quell'età. Ha allungato la su carriera e quella degli altri. Totti oggi non è il vecchietto dove lo metto, ma ha dimostrato di essere uno da prendere in considerazione anche per i big match. Un venticinquenne, come l'anno dello scudetto del 2000/2001. Scudetto vinto con la famiglia Sensi, che ieri si è divisa su Totti: la signora Maria ha esternato il suo dispiacere per non essere stata invitata al compleanno di Francesco («mi ha deluso come uomo»). La figlia, Rosella, in serata ha smorzato la polemica, comprendendo comunque lo stato d'animo della mamma. «Il nostro affetto è imprescindibile: ti voglio bene fratellone».
DIEGO L'INTENDITORE
«Sono arrivato qua e ho messo tutto quello che avevo per fare un ruolo che non avevo fatto, poi arriva Francesco e ti rendi conto che non hai mai giocato a calcio Ti dà una lezione sui passaggi e sui movimenti e ti rendi conto che tu non hai fatto niente». Una frase da leggere, rileggere e magari imparare a memoria: Perotti se ne intende, questo pensa di Totti. Il rischio di trattare il capitano come un fenomeno da baraccone, da portare in giro per l'Italia per le ultime apparizioni, è stato superato. Totti, a quaranta anni, è ancora una certezza. Da gestire e non da spremere. Può essere utilizzato come soccoritore di situazioni perse o anche come uomo centrale per una grande sfida. Lui accetta le decisioni ma sa anche guidare e aiutarti a prendere quella giusta. Del resto, ha ragione Strootman: «Con lui in campo ci sentiamo più sicuri». E la Roma oggi ha bisogno di sicurezza. Di Totti. Come al solito.
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Il Messaggero