Il caso. Se la bestemmia è di Buffon non vale la squalifica

Il caso. Se la bestemmia è di Buffon non vale la squalifica
Che disparità sulla bestemmia sia fatta. E nessuno se ne abbia a male. Anzi no. La decisione del Tribunale Federale di multare Buffon con 5.000 euro e squalificare Lazzari...

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Che disparità sulla bestemmia sia fatta. E nessuno se ne abbia a male. Anzi no. La decisione del Tribunale Federale di multare Buffon con 5.000 euro e squalificare Lazzari (ora) ma anche Cristante a dicembre per aver bestemmiato, non è che vada tanto giù alla Lazio e ai suoi tifosi. La frase blasfema pizzicata a tutti e tre (l’estremo difensore in due partite diverse) è la stessa, ma le sentenze sono diverse. Una decisione al quanto curiosa da parte della giustizia (o “ingiustizia” come la definiscono tanti tifosi sui social) sportiva, anche perché questa decisione sul portiere della Juve (riferita ad un Parma-Juve del 26 gennaio) rischia di essere un fastidioso boomerang e un precedente velenoso.


IN SILENZIO
La società biancoceleste, dal canto suo, resta in silenzio, ma è parecchio infastidita dalla disparità di trattamento. Per la Lazio Lazzari è un giocatore importante, ma il dispositivo del Giudice sportivo è stato accettato senza proferire alcuna parola. Stessa cosa ha fatto la Roma con Cristante a dicembre. Ma quanto avvenuto ieri con Buffon ha alzato un bel polverone via social, e creato fastidio a Formello. L’estremo difensore della Juve è pure recidivo, visto che ha usato la stessa espressione anche in Inter-Juve di coppa Italia, ma lì non era chiaro, secondo la Procura, mentre a Parma la bestemmia era un incoraggiamento al giovane Portanova appena entrato. Una pessima figura da parte di chi deve decidere su un argomento così delicato. 

 

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Il Messaggero