Il calcio ai tempi del covid: prossimo Stadio, il tifo high tech

Il calcio ai tempi del covid: prossimo Stadio, il tifo high tech
Sono tempi duri per i tifosi e il futuro all’orizzonte è ancora più nebuloso, perché con i contagi da coronavirus in risalita le possibilità di...

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Sono tempi duri per i tifosi e il futuro all’orizzonte è ancora più nebuloso, perché con i contagi da coronavirus in risalita le possibilità di tornare allo stadio restano ancora un miraggio. Ma non ditelo ai supporter del Roma Club Los Angeles, che in occasione della partita di campionato disputata allo stadio Olimpico contro la Fiorentina sono stati al fianco di Dzeko e compagni nel prepartita e nel post gara. Ad annullare i 10mila chilometri di distanza tra le due città ci ha pensato ASR27, nome d’arte facilmente riconoscibile nell’unione tra l’acronimo e le cifre che indicano l’anno di nascita della società capitolina di Ohmni, il robot di telepresenza di cui la Roma si è dotata per superare la chiusura dovuta alla pandemia e avvicinare i tifosi alla squadra. 


IN CAMPO
Il robot porta i tifosi in campo con i giocatori. Alta 1,80 metri per 9 chili di peso, la macchina è dotata di uno schermo da 10,1 pollici e telecamera grandangolare per filmare in 4K grazie a un sensore di 13 megapixel e un sistema di codifica a bassa latenza che garantisce riprese live con un ampio campo visivo. Quanto serve per offrire ai tifosi l’opportunità di stare a bordocampo e godersi le giocate dei propri beniamini, come successo con l’ingresso sul terreno di gioco per il riscaldamento e la sessione di tiri in porta, ma anche e soprattutto la possibilità di interagire con i protagonisti, quando prima e dopo la partita sia i giocatori che l’allenatore hanno salutato e ringraziato i fan della Città degli Angeli. Non sarà come essere sugli spalti, certo, perché l’atmosfera dello stadio non ha eguali, tuttavia con l’attuale impossibilità di assistere allo spettacolo dal vivo, i robot possono rivelarsi una efficace alternativa per rientrare in sintonia con l’ambiente. 
GENOA A RUOTA
La Roma è stato il primo club italiano a puntare su Ohmni, progettato nella Silicon Valley simbolo della supremazia tecnologia della California, e noleggiato dai giallorossi per dodici mesi presso la Genius Robotics di Torino, che lo sta distribuendo da due mesi in Francia e Italia (249 euro al mese, con spese deducibili per le società di calcio e secondo anno con canone mensile di 99 euro). E con il Genoa che è interessato a replicare l’esperimento, la Roma per ora è una delle venti realtà tricolori a utilizzarlo - insieme ad aziende, università e i reparti Covid-19 di alcuni ospedali, mentre a breve entrerà in concessionari auto e musei - per continuare ad accorciare il distacco obbligato con i tifosi, vicini e lontani, e per proseguire le iniziative in campo sociale della fondazione Roma Cares, rimpiazzando con il robot, ad esempio, le visite dei giocatori in nosocomi, scuole e case famiglie, al momento e per molti altri mesi impossibili da fare in loco. 


L’ESPERIENZA NBA 


Con gli incassi del botteghino azzerati dalla scorsa primavera e ancora chissà per quanti altri mesi, individuare rimedi sicuri ed efficaci per mantenere il filo diretto con i sostenitori è una necessità impellente per l’intero mondo sportivo, che viaggia a braccetto con la tecnologia. Il volto dei tifosi che campeggiavano sui grandi schermi all’interno delle arene di Orlando in cui la Nba ha disputato la parte finale di stagione regolare e i playoff sono stati, finora, il tentativo meglio riuscito in questo senso. Ricorrendo all’intelligenza artificiale della funzionalità Together della piattaforma di comunicazione Microsoft Teams, 300 fan hanno vissuto ogni gara da bordocampo, seppur su tribune virtuali, potendo supportare in tempo reale i giocatori con cori e reazioni per le gesta in campo, mentre questi ultimi ascoltavano gli incitamenti. Una soluzione simile l’hanno studiata anche i danesi dell’Aarhus, che tramite Zoom, altra piattaforma per videoconferenze, hanno proiettato le immagini dei supporter collegati su display lunghi 40 metri per 3 metri di altezza montati sulle gradinate del proprio stadio, richiamando nel complesso circa 30.000 spettatori a incontro. L’high tech accompagnerà l’evoluzione dello sport professionistico mondiale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero