Berrettini, quarti romani con vista sul sogno. Arrivederci Next Gen

Berrettini, quarti romani con vista sul sogno. Arrivederci Next Gen
«Pijamose Roma». Ecco, Matteo Berrettini non sarà - per fortuna - minaccioso come il Libanese di “Romanzo criminale” ma ne condivide il piano. Che...

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«Pijamose Roma». Ecco, Matteo Berrettini non sarà - per fortuna - minaccioso come il Libanese di “Romanzo criminale” ma ne condivide il piano. Che è proprio quello di conquistare la Capitale ma a colpi di racchetta. In questo progetto che è poco criminale ma che potrebbe diventare uno splendido romanzo di sport, ieri ha fatto un significativo passo avanti, battendo Stefano Travaglia nel derby tutto azzurro e qualificandosi per i quarti di finale. È la seconda volta che ci riesce in un Masters 1000, dopo Shanghai 2019. Non saranno purtroppo al suo fianco Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, i nostri due talentuosissimi Next Gen, che, dopo aver sognato e fatto sognare, sono stati bruscamente riportati alla realtà da Grigor Dimitrov e Dominik Koepfer. I loro Internazionali sono comunque da applausi scroscianti. 


MATCH SPINOSO
Dopo aver portato otto giocatori agli ottavi, il tennis italiano si ritrova con il solo Matteo a cullare ancora sogni di gloria. «Sapevo che in termini di ranking ero favorito con Travaglia ma sapevo che era una partita difficile perché lui per caratteristiche mi può dare molto fastidio». E infatti al di là delle differenze in classifica - Berrettini è numero 8 del mondo, Travaglia 84 (ma dopo Roma diventerà 72, suo best ranking) - pesavano sulla sfida che ha aperto il programma del Centrale i precedenti. Matteo e Stefano, che mai si erano sfidati prima di ieri nel circuito maggiore, a livello di Future avevano battagliato tre volte tra il 2015 e il 2016 e aveva sempre vinto il marchigiano. Un dato che in parte è dovuto alla differenza d’età, all’epoca dei fatti Matteo avevo 19 anni e Stefano 23, differenza non da poco in quella fascia anagrafica. Ma la parte restante, come ha ricordato lo stesso Berrettini, l’ha fatta il gioco ostico di Travaglia. Che anche ieri ha provato a togliere il ritmo al drittone di Matteo, servendo molto bene e spingendolo il più possibile sul lato del rovescio. Il romano ci ha messo un po’ a trovare le contromisure ma, ciò che più conta per lui, è riuscito a trovarle nei momenti clou, i due tie-break, chiusi a 5 punti e a 1, che hanno decretato il suo passaggio al turno successivo. Matteo diventa così il quinto italiano a qualificarsi per i quarti romani dal 2000 in poi, l’ultimo era stato Fabio Fognini nel 2018, fermato poi da Rafa Nadal. Oggi, a partire dalle 12, sul Pietrangeli ritroverà il norvegese Casper Ruud, numero 34 del mondo, battuto pochi giorni fa sul cemento di New York. Ma quello agli Us Open non è l’unico precedente fra i due che si sono sfidati anche sulla terra rossa, un anno fa al Roland Garros, e quella volta ad imporsi fu il norvegese (che dopo aver eliminato Lorenzo Sonego, ieri ha battuto 6-2 7-6 Marin Cilic). Ma Matteo vuole prendersi Roma, o quantomeno arrivare a giocarsi la semifinale nel torneo di casa con un po’ di pubblico in tribuna. «Pecccato che non ci fosse dall’inizio...», la chiosa. 

DOPPIO STOP

Se Matteo sorride, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti hanno la faccia dei ragazzini messi in castigo che sanno di avere sbagliato. Lorenzo, complice un problema fisico, è stato travolto 6-4 6-0 dal qualificato tedesco Koepfer, altro livello rispetto ai già battuti Wawrinka e Nishikori, ma anche altra integrità fisica e pesantezza di palla. Jannik è partito benissimo contro Dimitrov, vincendo 6-4 il primo set, poi ha iniziato a sbagliare un po’ troppo e la maggior esperienza del bulgaro lo ha punito restituendogli, non uno, ma due 6-4. E i Fab Two? Novak Djokovic soffre un set contro Krajinovic poi vince 7-6 (7) 6-3. Rafa Nadal lascia le briciole a Lajovic: 6-1 6-3.
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Il Messaggero