Internazionali a porte aperte, Binaghi: «Spadafora ha corretta un'ingiustizia»

Internazionali a porte aperte, Binaghi: «Spadafora ha corretta un'ingiustizia»
«Una soddisfazione immensa per il riconoscimento di una battaglia violenta che abbiamo condotto fin dall'inizio. Siamo commossi per aver avuto la risposta da un ministro...

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«Una soddisfazione immensa per il riconoscimento di una battaglia violenta che abbiamo condotto fin dall'inizio. Siamo commossi per aver avuto la risposta da un ministro che ha avuto l'onestà intellettuale di capire l'illogicità di una decisione che ha penalizzato centinaia di migliaia di appassionati di tutti gli sport».Sono le parole del presidente della Fit, Angelo Binaghi, dopo aver ricevuto la notizia dell'apertura del Foro Italico, disposta dal ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora, a mille spettatori per sessione, per domenica e lunedì, giorni in cui sono in programma le quattro semifinali e le due finali degli Internazionali. Una decisione che se da un lato viene accolta con gioia, dall'altro aumenta il rammarico per una decisione, quella delle porte chiuse, fortemente contestata dallo stesso Binaghi. «Roba da matti – commenta il numero uno della Federtennis - Questo conferma ancora più l'ingiustizia che abbiamo subito. Viviamo in un Paese in cui ci sono organismi che dovrebbero essere collegati meglio per poter prendere decisioni per il bene di tutti, senza che sia un ministro, sotto la propria responsabilità, a prendere una decisione che ognuno di noi, senza mille comitati dietro, avrebbe preso». «Non è possibile – aggiunge Binaghi - che a Bologna, dove il numero dei contagi è più alto, ci siano 1500 persone al chiuso per il basket e qua, in uno stadio da diecimila persone all'aperto, non potesse entrare nessuno. In che Paese viviamo? Lode a chi si prende la responsabilità da ministro di correggere un'idiozia totale».


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Ora scatta la corsa contro il tempo, tra adempimenti burocratici e piano di sicurezza da portare a dama. «Il piano di sicurezza è il problema – ammette Binaghi - Perché oltre ai costi per la commissione di vigilanza, avremo tutti quei costi aggiuntivi per il protocollo: transenne, termometri, segnaletica, che non ammortizzi in un torneo di 8 giorni ma in 2. Sarà un'operazione in perdita ma la faremo. Abbiamo pensato di fare entrare solo bambini o solo dirigenti di tennis, o di fare un'offerta benefica. Ma questo torneo nel tempo è stato valorizzato dai 220 mila acquirenti di biglietti che si sono anche abituati a comprarli un anno prima. Sulla certezza che loro ci hanno dato abbiamo costruito il presente e il futuro del torneo. Sono la nostra ricchezza e dobbiamo rispettarli, anche a costo di prenderci un rischio serio, tra costi e adempimenti burocratici». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero