Internazionali, Djokovic doma Schwartzman: quinto trionfo al Foro Italico

Internazionali, Djokovic doma Schwartzman: è il quinto trionfo al Foro Italico
E' andata come era logico che andasse: con Novak Djokovic, numero uno del mondo, che alza sotto la pioggia romana la coppa che celebra il campione degli Internazionali Bnl...

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E' andata come era logico che andasse: con Novak Djokovic, numero uno del mondo, che alza sotto la pioggia romana la coppa che celebra il campione degli Internazionali Bnl d'Italia. Per il serbo è il trionfo numero cinque nella Capitale, così come sono cinque gli anni trascorsi dal suo ultimo successo: dopo la vittoria su Roger Federer nel 2015, era arrivato in finale altre tre volte, sconfitto prima da Murray, poi da Zverev e infine da Nadal. Oggi Diego Schwartzman - l'eroe delle ultime 48 ore di torneo, con le due incredibili vittorie su Rafa Nadal e Denis Shapovalov - non è riuscito a opporre troppa resistenza e ha ceduto 7-5 6-3 dopo un'ora e 53 minuti di gioco. I due si erano sfidati sulla terra rossa del Centrale anche lo scorso anno, in semifinale, e vinse sempre il serbo, ma in tre set. Impossibile non pensare che l'argentino, numero 15 del mondo, avesse la batteria un po' scarica dopo le oltre cinque ore di gioco accumulate negli ultimi due giorni.


Eppure Schwartzman aveva provato a sorprendere Djokovic, partendo fortissimo e andando subito 3-0, dopo aver strappato due volte il servizio all'avversario. Ma è stato quando l'argentino è andato a servire per il 4-0 che Nole si è improvvisamente acceso e nel giro di pochi minuti è passato avanti 4-3. Da lì in poi il match non ha avuto moltissima storia. O meglio: non si è mai avuta l'impressione che Schwartzman potesse portare a casa la partita.

Per Nole si tratta del 36° titolo in Masters 1000, record di tutti i tempi, staccando Nadal che con cui era appaiato fino a ieri a quota 35. Per Djokovic è anche il secondo torneo vinto post lockdown, nonché l'ennesimo successo di un 2020 da record, nonostante la pausa per la pandemia.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero