Oggi le lacrime sono state tutte sue, di quella donna che ci ha fatto emozionare, commuovere e qualche volta pure arrabbiare. Ma Flavia Pennetta è rimasta sempre lei, la...
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Intanto sul court entrano diverse tenniste della Wta, amiche dentro e fuori il campo, dalle italiane Vinci, Errani e Schiavone alla Suarez Navarro. Poi la parola passa al CEO della Wta, Steve Simon: «Voglio ringraziare Binaghi e Malagò per averci permesso di festeggiare Flavia in questo contesto. Per me è un onore essere qui per celebrare la sua memorabile carriera. Ci hai emozionato, hai vinto 28 titoli tra singolo e doppio fino all'indimenticabile vittoria negli Us Open». La cerimonia continua con la consegna di un quadro che celebra la carriera di Flavia e un video con le voci e i volti di tutti gli amici del tennis, amici veri anche fuori dal campo che non hanno mancato l'occasione di rendere omaggio alla tennista italiana. Si comincia con le parole di Sara Errani, Billie Jean King, Lucie Safarova, Gisela Dulko e Novak Djokovic che le chiede di ripensarci e di tornare a giocare. «Sei proprio sicura?» e scatta la risata del Pietrangeli. Poi Garbine Muguruza, Chris Evert, Martina Hingis, Rafa Nadal, Elena Dementieva, Roberta Vinci, Serena Williams e infine Fabio Fognini, l'uomo con cui presto convolerà a nozze e che conclude il suo videomessaggio con uno sdolcinato: «Adesso mi prenderò io cura di te».
Flavia è commossa e il suo amato Fabio fa ingresso sul campo con un mazzo di rose in mano. Bacio in campo e poi ringraziamenti per il suo pubblico, quello che non ha smesso di seguirla: «Grazie per il sostegno, senza di voi nulla sarebbe stato lo stesso». Ed è proprio dal suo pubblico che si leva la domanda tanto attesa: «E le Olimpiadi?». «Noooo» risponde a gran voce Flavia riprendendo la parola. Ma la commozione si scioglie in un pianto quando arriva il momento dei ringraziamenti alle persone più care: «Grazie a papà e mamma, oggi hanno fatto 500 chilometri per esserci» dice la tennista che deve interrompersi più volte per non singhiozzare ed è costretta a passare la parola all'amica Schiavone. «Il mio compito è dirti grazie - dice Francesca – Quando aveva 16 anni me la prendevo e me la portavo in discoteca, ma alle 9 del mattino eravamo già sul campo. Poi mi giro e ha già 25 anni: è cresciuta, è maturata, è sicura, fa i suoi passi da sola. Fino a quando un giorno, il venerdì pomeriggio prima della finale degli Us Open mi dice che sarà il suo ultimo slam. Ed è lì che la vedo grande, una collega diventata amica. E poi la vittoria e guardate che non è mica facile. Rimani sempre quella che sei». Le due si fondono in un abbraccio, mentre il Pietrangeli applaude alla storia di quella ragazza di 16 anni con un grande sogno, diventata grande, diventata una campionessa. «Grazie a mia sorella, alla mia famiglia, agli allenatori, a Fabio: ti amo micio – conclude Flavia - Sono felice di vivere questo nuovo momento della mia vita». Le luci del Pietrangeli si sono spente. La favola tennistica di Flavia si è conclusa con un lieto fine. E la storia della brindisina che ha alzato in alto il trofeo dello Us Open rimarrà negli annali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero