Iaaf, Coe di corsa verso la presidenza Bubka è pronto a saltarlo

Iaaf, Coe di corsa verso la presidenza Bubka è pronto a saltarlo
ROMA Due campioni si sfidano a Pechino, ma non per un centimetro in più o un centesimo di secondo in meno come capitava loro di dover fare quando erano giovani: adesso la posta...

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ROMA Due campioni si sfidano a Pechino, ma non per un centimetro in più o un centesimo di secondo in meno come capitava loro di dover fare quando erano giovani: adesso la posta in palio è la presidenza della Iaaf, la federazione mondiale dell'atletica che l'italiano Primo Nebiolo trasformò da ente inutile a potenza economica e sportiva; e quelli da conquistare sono i 214 elettori, uno per uno: voteranno per la successione del controverso presidente uscente, Lamine Diack (ognuno ha i suoi Blatter...), di cui sono entrambi i vice. E' la vigilia dei mondiali di atletica, un'altra intuizione-invenzione di Nebiolo, e la Iaaf si ritrova alle prese con i casi di doping e con la possibilità che un reintegrato dopo squalifica, Justin Gatlin, batta sul campo del Nido d'Uccello addirittura Usain Bolt.

LA COMPETIZIONE

I due campioni in competizione sono Sebastian Coe e Sergey Bubka. Se non bastassero i nomi, basterebbero alcune cifre. Sebastian Newbold Coe, inglese, nominato barone di Ranmore dalla Regina, classe 1956, ha vinto due ori olimpici nei 1500 a Mosca '80 e Los Angeles '84; ha mandato in scena memorabili duelli con Steve Ovett; ha stabilito 12 primati del mondo nel mezzofondo e uno di questi, 1:41.73 sugli 800 metri a Firenze nel 1981, ha resistito agli attacchi fino al 1997. Coe si è poi buttato in politica, sportiva e non, è stato parlamentare conservatore per una legislatura ed ha diretto il comitato organizzatore di Londra 2012, mostrando apprezzatissime doti di manager. Anche per questo, oltre che per ragioni di nascita, è il favorito dei bookmakers: 1,66 la sua quota contro il 2,10 dell'avversario. Sergey Nazarovich Bubka, classe 1963, nato in Ucraina, battente bandiera sovietica fino alla dissoluzione dell'Urss e poi bandiera ucraina, ha migliorato il primato del mondo 35 volte (18 indoor, 17 all'aperto). E' stato il primo saltatore con l'asta a salire sei metri sopra la terra. Andava più su di un centimetro per volta giacché così non buttava via il bonus che ogni volta viene riconosciuto a chi migliora un primato. Il suo record di 6,15 indoor (all'aperto è di 6,14) ha resistito dal 1993 al 2014 quando nella sua Donetsk, dove lo aveva ottenuto, il francese Lavillenie ha saltato 6,16. Bubka ha vinto sei campionati del mondo nella sua specialità, ma non è stato altrettanto “fortunato” alle Olimpiadi: soltanto un oro, a Seul 1988. Ad Atlanta '96 non entrò in gara causa infortunio, a Barcellona '92 ed a Sydney 2000 per sua sfortuna lo fece. Fallì tutti e tre i tentativi per la qualificazione alla finale. All'Olimpico a Roma è stato protagonista di un duello aereo a colpi di mondiale con il francese Vigneron: quando c'era lui il meeting finiva a notte fonda, a Rieti la pedana era illuminata dai fari delle auto degli spettatori.
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Il Messaggero