Coronavirus, Gravina: «Serie A fino a settembre-ottobre? E' un'ipotesi»

Coronavirus, Gravina: «Serie A fino a settembre-ottobre? E' un'ipotesi»
«Serie A fino a settembre-ottobre? È una ipotesi». Così il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina in una intervista concessa a Enrico Varriale,...

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«Serie A fino a settembre-ottobre? È una ipotesi». Così il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina in una intervista concessa a Enrico Varriale, vice direttore di Rai Sport per la Domenica Sportiva, che ne ha diffuso una anticipazione. «L'unico modo serio di gestire un'emergenza seria di questo tipo è quello che dobbiamo comunque chiudere le competizioni della stagione 2019-2020 in questo anno. Stiamo lavorando su tutta una serie di ipotesi per gestire al meglio questa situazione. Una data ipotizzata per ripartire è quella del 17 maggio ma sappiamo, e lo sottolineo ancora una volta, che è una ipotesi». Il n.1 della Figc ha ribadito la necessità di chiudere la stagione, anche andando a settembre-ottobre. «È una modalità per evitare di compromettere non solo la stagione 2019-20 - le parole di Gravina - ma anche la stagione 20-21».


Il n.1 della Figc ha ribadito la necessità di chiudere la stagione, anche andando a settembre-ottobre. «È una modalità per evitare di compromettere non solo la stagione 2019-20 - le parole di Gravina - ma anche la stagione 20-21 non potendo partire con certezze di riferimenti perché, con la valanga di contenziosi ai quali saremmo sottoposti da tutti i soggetti che si potrebbero ritenere lesi nei loro diritti e nei loro interessi si correrebbe davvero il rischio di fare un campionato solo nelle aule dei tribunali». Sulla possibile ripresa dei campionati Gravina aggiunge: «Confido molto nelle autorità scientifiche del nostro paese e nelle autorità di governo del nostro paese e ci dobbiamo rimettere alle loro decisioni. Prendere autonomamente delle scelte negative di sospensione o annullamento delle competizioni sportive esporrebbe il nostro mondo a delle responsabilità da un lato sportive e dall'altro contrattuali verso le quali noi non avremmo nessuna possibilità di difesa con una decisione negativa in questo momento».
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Il Messaggero