Figc, Gravina: «Vogliamo proporre l’abolizione del diritto di recompra»

Figc, Gravina: «Vogliamo proporre l’abolizione del diritto di recompra»
Potrebbero esserci grosse novità in arrivo per il calcio italiano, a partire dal famoso diritto di recompra che spesso è stato al centro di diverse polemiche. Lo ha...

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Potrebbero esserci grosse novità in arrivo per il calcio italiano, a partire dal famoso diritto di recompra che spesso è stato al centro di diverse polemiche. Lo ha annunciato il numero uno della FIGC Gabriele Gravina ai microfoni di Sky. Il presidente federale ha fatto il punto sulle novità da apportare al calcio nostrano dalla prossima stagione: “Stiamo attivando una serie di meccanismi, già partiti lo scorso 18 dicembre, con l’adozione delle nuove licenze nazionali. È un provvedimento epocale per due motivi, credo che il fatto di vararle sei mesi prima dell’inizio dei campionati sia un record assoluto”.


“Tante esclusioni in Serie C? Porteremo all’attenzione del Consiglio Federale una norma che prevede un massimo di due rinunce. In caso di rinuncia al campionato tutti i risultati saranno azzerati”. E poi ha aggiunto: “Stiamo lavorando per un nuovo organismo di vigilanza che possa essere affiancato alla Covisoc, inoltre, da luglio vorrei far partire in via sperimentale il progetto rating, dobbiamo attivarci per valutare la credibilità dei soggetti che entrano nel nostro calcio che ormai ha perso appeal”. Sugli stipendi non pagati. “Dalla prossima stagione vi sarà una nuova norma che prevede in base alla quale, in caso di mancato pagamento degli emolumenti per due bimestri, si è esclusi dal campionato”. “VAR? Mi piacerebbe arrivare anche ad una quarta idea innovativa, cioè manifestare in tempo reale i risultati del VAR come avviene già in ambito Uefa”.

Ma una grossa novità arriva anche in ottica mercato. Sul diritto di recompra, Gravina ha annunciato: “È un provvedimento che è stato adatto in periodo commissariale, stiamo riflettendo sul da farsi e spero di proporre la modifica della norma entro il 20 marzo, in modo che il Consiglio Federale possa annullare questa novità”.
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Il Messaggero