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«Mai dare Tiger per finito!» Il tweet dell’ex presidente Barack Obama si unisce a quelli di grandi campioni dello sport e dello stesso ex presidente Donald Trump nell’augurare a Tiger Woods di rimettersi in piedi e tornare il campione che era fino a tre giorni fa. Dall’ospedale le notizie sono in parte rassicuranti e in parte preoccupanti. Il 45enne golfista «è sveglio, cosciente e in ripresa», ma l’operazione a cui è stato sottoposto dopo il catastrofico incidente automobilistico di martedì è stata lunga e complessa e potrebbe lasciarlo indebolito per sempre. L’equipe medica ha lavorato per ore per riparare fratture multiple ed esposte alla gamba destra, e ha dovuto inserire perni e viti di titanio per stabilizzare la tibia, la caviglia e il piede. La ricostruzione dell’incidente punta su un eccesso di velocità in un punto in cui l’autostrada nella periferia di Los Angeles è in discesa e in curva (ma comunque le autorità non hanno intenzione di procedere per guida pericolosa). Tiger ha perso il controllo della sua vettura in quel punto, già noto per numerosi incidenti, e ha attraversato la fascia mediana per finire sulla carreggiata in senso opposto e ribaltarsi lungo un pendio, urtando anche un albero. Lo sceriffo Alex Villanueva ha ieri detto che se Tiger è sopravvissuto a un simile incidente si deve «sia al fatto che indossava la cintura di sicurezza, sia al fatto che l’abitacolo della vettura lo ha protetto». Il campione non era sotto l’influenza di alcol o droghe, com’era successo nel 2017 quando fu fermato per eccesso di velocità. Era semmai perfettamente «lucido e cosciente», ma «non aveva capito la gravità delle ferite riportate».
I SOCCORSI
Tiger ha cooperato con i soccorritori che lo hanno estratto da un finestrino, e ha avuto anche la presenza di spirito di chiedere che la polizia chiamasse il suo assistente perché venisse a prelevare gli oggetti personali dall’automobile.
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Il Messaggero