Augusta Masters, dopo il primo giro comanda Rose. Molinari a metà classifica

Augusta Masters, dopo il primo giro comanda Rose. Molinari a metà classifica
L’Augusta National si presenta in tutto il suo splendore: il verde che abbaglia, le macchie di colore delle azalee, l’imponenza delle piante. I fairway sono generosi,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

L’Augusta National si presenta in tutto il suo splendore: il verde che abbaglia, le macchie di colore delle azalee, l’imponenza delle piante. I fairway sono generosi, il rough è di fatto inesistente. Sembra facile. Sembra. In realtà, l’incanto alla vista serve solo a ingannare: il percorso è disseminato di trappole. Da mal di testa i green, levigati e duri come il marmo, dove è difficile fermare la palla e dove tremano i polsi quando si impugna il putter. Insomma, quanto di più perfido un giocatore si trova costretto ad affrontare. Gli score della prima giornata del Masters lo dimostrano. Solo 12 (su 88) hanno chiuso sotto par. In questo esiguo gruppetto, c’è però chi non si è fatto ammaliare dall’Augusta Masters. La gara dell’inglese Justin Rose è stata magnifica, impeccabile, nonostante i bogey iniziali alla 1 e alla 7. Dalla 8, il cambio di passo: eagle e poi birdie alle buche 9, 10, 12,13, 15,16 e 17. Impressionanti il gioco e soprattutto i putt: solo 23 per uno straordinario -7 finale. Due secondi posti in bacheca sono forse il preludio di una vittoria. Vedremo. Alle sue spalle l’americano Bryan Harman e il giapponese Hideki Matsuyama che hanno chiuso con un ottimo -3. Segue un quartetto composto dagli americani Will Zalatoris, Webb Simpson e Patrick Reed (vincitore nel 2018) e dal sudafricano Cristiaan Bezuidenhout, tutti a -2. Buone conferme da Jordan Spieth, oramai recuperato: alla 9 ha segnato sullo score un brutto triplo, ma poi si è ripreso alla grande, chiudendo a -1 e tenendo viva la candidatura alla vittoria. Deludente, invece, la prova di Bryson Dechambeau: lo scienziato pazzo del golf ha trovato enormi difficoltà soprattutto nei colpi al green. Ha chiuso +4. Di sicuro è corso subito in campo pratica per cercare di risolvere - in modo scientifico – i problemi incontrati.

Francesco Molinari si è assestato a metà classifica, con +2: 4 bogey e due birdie. Il gioco non è stato male. Anzi. Non gli è riuscita l’accelerazione, non ha sfruttato i par 5 (solo un birdie). Qualche putt che non gli entrato, qualche approccio fuori misura sui perfidi green dell’Augusta National. Ma anche qualche bel salvataggio, soprattutto dopo i tee shot in bosco alla 17 e alla 18. Il 31° posto iniziale può essere decisamente migliorato. E se oggi, come si spera, gli riuscirà di superare il taglio, potrà pure premere sull’acceleratore nei due giri finali. La partenza è fissata per le ore 15:12 italiane. Nel gruppo dei +2 si sono inseriti anche l’inglese Tommy Fleetwood, protagonista di una hole in one al par 3 della 16, e il campione in carica Dustin Johnson che cerca una doppietta consecutiva finora riuscita solo a Jack Nicklaus, Nick Faldo e Tiger Woods.

Per chiudere, Rory McIlroy: il campione ancora in cerca della sua prima giacca verde. Come da tradizione ha fallito il primo giro (+32 nei primi giri nei major dal 2015 a fronte del -64 nei successivi 3). Ad Augusta, poi ne combina sempre qualcuna: ha chiuso a +4 (61ma posizione), ma soprattutto alla 7, dopo essere finito a sinistra con il primo colpo, ha sbagliato di grosso il secondo, colpendo alla gamba uno spettatore. Cose che capitano nel golf, ma solo Rory riesce a beccare, tra tutti, proprio il padre. Il quale, va detto, l’ha presa con filosofia:«Quando lo vedo gli chiederò di regalarmi un guanto autografato…». Sarà, ma di certo, da oggi il signor Gerry McIlroy si terrà un po’ più alla larga da quel figlio tutto genio e sregolatezza.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero