Da Berlino '36 a Roma 2024: May, Buffa e James raccontano 90 anni di storia olimpica

Un viaggio nel tempo dalle Olimpiadi di Berlino ’36 a Roma ’60, fino al sogno di Roma 2024. Fiona May (Responsabile delle relazioni con gli atleti del Comitato Roma...

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Un viaggio nel tempo dalle Olimpiadi di Berlino ’36 a Roma ’60, fino al sogno di Roma 2024. Fiona May (Responsabile delle relazioni con gli atleti del Comitato Roma 2024), Federico Buffa (giornalista e telecronista) e Stephan James (attore protagonista del film “Race” sulla storia di Jesse Owens, nelle sale da domani), si sono ritrovati per una chiacchierata inspirata dall’incredibile vicenda di Owens: atleta nero 4 volte medaglia d’oro (100 metri, 200 metri, salto in lungo e staffetta 4 x 100) alle Olimpiadi tedesche del ‘36 volute da Hitler e Goebbels per sostenere la presunta superiorità della razza ariana. Lo straordinario successo di Owens mise in difficoltà non solo i vertici del Terzo Reich, che già aveva cominciato a mostrare il suo lato più oscuro, ma anche gli stessi Stati Uniti ancora alle prese con tensioni razziali molto forti. «Per me a quei tempi forse sarebbe stato anche peggio che per Jesse Owens - spiega Fiona May-. Hitler non era proprio un sostenitore delle donne avrei sicuramente avuto paura. Per loro sarei stata una creatura strana, diversa».

 


La storia dello sprinter americano è una perfetta sintesi dei valori olimpici: nello sport l’unico colore che conta è quello delle medaglie. Valori che sono alla base della candidatura di Roma: l’incontro tra Buffa, May e James è stata allora anche l’occasione per guardare al futuro, ai Giochi del 2024. Location d’eccezione lo stadio Olimpico, sede della cerimonia inaugurale e di gare storiche dell’edizione romana dei Giochi nel ‘60, oggi teatro di sfide internazionali di calcio, rugby e atletica leggera oltre che punto fondamentale del progetto olimpico di Roma.


«Qui Livio Berruti ha vinto una medaglia memorabile nel 1960. Abebe Bikila ha corso la maratona scalzo attraversando la città - ricorda Buffa -. È stata una gara unica al mondo: nel 2024 quelle emozioni potrebbero essere vissute di nuovo». «Quello che davvero vogliamo riportare - aggiunge Fiona May - è quello spirito Olimpico che Stephan James ha interpretato con Jesse Owens: il cuore, il coraggio, questo è ciò che più di tutto vogliamo riportare qui». «Anche solo camminare dentro lo stadio Olimpico è impressionante - ammette l’attore - non riesco a trovare nessuna ragione per cui le Olimpiadi non si debbano fare in questa città: Roma è straordinaria». «Tutti hanno l’idea di come era l’Italia tempo fa - sottolinea Fiona May - ma il Paese sta cambiando, stiamo facendo dei passi in avanti: dal 1960 siamo proiettati al 2024. Vogliamo aprire le porte del Paese e far sì che soprattutto i giovani possano vivere questa esperienza straordinaria». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero