la Roma e il suo reparto offensivo, composto da giocatori con anni di carriera alle spalle e capaci di restituire alla squadra nuovi stimoli e certezze. ...
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la Roma e il suo reparto offensivo, composto da giocatori con anni di carriera alle spalle e capaci di restituire alla squadra nuovi stimoli e certezze.
La Roma ha puntato sull’esperienza, è una scelta vincente?
«Dipende dagli obiettivi iniziali. Se arrivi da un’annata non esaltante come quella della scorsa stagione è normale che ci sia la voglia di fare qualcosa di importante. E puoi farlo basandoti più sull’esperienza e non sui giovani, che vanno fatti crescere e inseriti con calma, come sta facendo Fonseca».
Perché in Italia funzionano i giocatori di esperienza?
«Perché è il campionato più difficile. Mettere in squadra un giovane in piazze importanti come Roma, Napoli o Milano può essere rischioso. Prendiamo ad esempio Ibrahimovic che a 39 anni fa la differenza. Ha esperienza, malizia, attenzione e maturità che il giovane deve ancora acquisire».
Fonseca ha trovato la formula giusta in attacco?
«L’idea che ha sviluppato con due mezzepunte dietro Dzeko è una caratteristica dei portoghesi. È stata una buona intuizione e i risultati gli stanno dando ragione».
Se ci fosse anche Zaniolo, chi metterebbe in panchina?
«Quando sarà in forma Zaniolo dovrà mordere il freno e aspettare. Dovrà essere inserito con calma per fargli ritrovare quella sicurezza che non avrà subito».
Il reparto offensivo della Roma è uno dei migliori in Serie A?
«Solo se Pedro e Mkhitaryan manterranno una media gol così importante».
A cosa può puntare la Roma?
«È un campionato talmente equilibrato che potrebbe anche vincere lo scudetto. Juve e Inter stentano, mentre Napoli, Milan e la Roma hanno un’idea di gioco che, in questo momento, deve essere accompagnata dalla mancanza di infortuni e dall’assenza di contagi».
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Il Messaggero