Gianluca Vialli lascia la Nazionale per curarsi: «Ora devo superare questa fase delicata della malattia»

In una nota ufficiale anche l'abbraccio del Presidente Gravina: “Gianluca è un protagonista assoluto della Nazionale e lo sarà anche in futuro. Può contare su ognuno di noi"

L’annuncio di Vialli: «Sospendo i miei impegni professionali, devo superare questa fase della malattia»
Gianluca Vialli, capo delegazione della Nazionale Italiana di calcio, ha comunicato oggi, tramite una nota diffusa dalla FIGC il temporaneo abbandono del suo...

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Gianluca Vialli, capo delegazione della Nazionale Italiana di calcio, ha comunicato oggi, tramite una nota diffusa dalla FIGC il temporaneo abbandono del suo incarico: «Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri. L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio». 

 

 

 

«Gianluca è un protagonista assoluto della Nazionale italiana e lo sarà anche in futuro. Grazie alla sua straordinaria forza d’animo, all’Azzurro e all’affetto di tutta la famiglia federale sono convinto tornerà presto. Può contare su ognuno di noi, perché siamo una squadra, dentro e fuori dal campo», ha commentato il Presidente della federazione Gabriele Gravina

 

 

Il cancro e la battaglia dal 2017

È da anni che Vialli lotta contro il cancro. Ma ora il team di oncologi che lo seguono gli hanno consigliato di sospendere tutti gli impegni professionali. «Io con il cancro non sto facendo una battaglia perché non credo che sarei in grado di vincerla, è un avversario molto più forte di me»: disse tempo fa in un messaggio che non suonò come arresa, ma come consapevolezza che l'avversario da battere, come spesso è accaduto anche sui prati verdi che ha calcato per tutta una vita, è più forte, ma solo sulla carta. Poi ci sono i 90 minuti, che per Vialli durano già da quattro anni, sin da quando, in quel maledetto 2017, il suo pancreas ha manifestato le prime avvisaglie di un qualcosa che non andava. E sa che mostrarsi debole non costerà solo 3 punti, ma qualcosa di più: «So che, per quello che mi è successo, ci sono tante persone che mi guardano e se sto bene io possono pensare di star bene anche loro». 

 

 

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Il Messaggero