La Roma tradita da una sana presunzione La Champions uno stimolo, obiettivo scudetto

La Roma tradita da una sana presunzione La Champions uno stimolo, obiettivo scudetto
Il dibattito è aperto, la ferita ancora sanguinante. Tutti a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il dibattito è aperto, la ferita ancora sanguinante. Tutti a chiedersi perché e come sia stato possibile subire una sconfitta così clamorosa e umiliante. Roma non ha mezze misure, esaltazione e depressione hanno esili confini, i campioni si trasformano in bidoni e le certezze si sgretolano come castelli di carta. Quello che è accaduto all'Olimpico martedì sera non può essere imputato a questo o a quel calciatore, alle scelte dell'allenatore o alla sola forza dei bavaresi. Il tonfo è stato collettivo, tanti sono gli elementi che hanno contribuito e c'è un denominatore comune. Va ricercato nelle settimane e nei risultati precedenti al match. La Roma è arrivata alla sfida con il Bayern mostrando forza e autorevolezza. In campionato, Juventus a parte, ha vinto con disinvoltura quasi tutte le gare. Ha fatto a meno di titolari importanti senza battere ciglio, imponendo gioco e personalità. Parallelamente è tornata in Champions asfaltando il Cska e giocando alla pari, se non di più, con il temuto e milionario Manchester City. È arrivata dunque alla sfida con la squadra di Guardiola sentendosi all'altezza, certa di potersela giocare da pari a pari. Tutti ne erano convinti: società, tecnico, giocatori, critica e tifosi. Beffarda e ammaliatrice è arrivata perfino l'adulazione dei rivali. Il denominatore comune è la presunzione. Una sana presunzione, maturata con risultati e prestazioni di alto livello, però fatale e illusoria. Dopo il vantaggio di Robben si è innescato il corto circuito. Il mondo è crollato, la testa e le gambe si sono bloccate, la Roma è franata incapace di reagire e di giocare il proprio calcio, nuda davanti alle certezze che si era create. Per arrivare ai livelli del Bayern, che sono quelli del Real Madrid e forse di Chelsea e Barcellona, non può bastare un anno e mezzo. Per affrontare il futuro bisogna conoscere il proprio passato, per questo non va dimenticato che la Roma, da quattro anni assente dall'Europa che conta, è stata inserita nella quarta fascia, la stessa di Bate Borisov e Maribor, anche loro sommerse da grappoli di reti. La Roma non è certo paragonabile alle due modeste formazioni, ma è giusto ricordarlo per ridare al tutto la giusta dimensione. La Champions deve essere un prestigioso stimolo, lo scudetto l'obiettivo.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero