Dal nostro inviato Dai Dzeko, su. Vedi che basta niente per sentirsi vivo? E succede proprio quando Marassi, anche Marassi,...
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Dai Dzeko, su. Vedi che basta niente per sentirsi vivo? E succede proprio quando Marassi, anche Marassi, stava per diventare ancora il teatro (l'ennesimo) del nulla, quel nulla che ha accompagnato Edin per tutta la stagione. Palle che gli sbattono addosso, l'attacco sul secondo palo invece che sul secondo, la Roma è inchiodata, perde, poi pareggia, ma serve un guizzo, la vittoria per continuare a sperare. Edin, quello delle scelte sbagliate, non aiuta. Accidenti, ci risiamo. Ma poi all'improvviso sei arrivata tu, cioè quella palla magica di De Rossi, là verso la profondità, con il contagiri. Quel pallone non va calciato in porta, e forse questo ti aiuta, caro Edin. Perché la porta è meglio lasciarla da parte per un momento, non è aria, l'abbiamo capito. Quella palla va messa a terra, accarezzata, coccolata, quel collo lungo lungo aiuta a guardare se in mezzo c'è qualcuno più lucido e meglio smarcato di te: c'è, è El Shaarawy. Segna lui, non Dzeko, ma quel gol è a metà. Perché la Roma vince e quel assist brilla d'oro. Ed è di Dzeko. Non ha segnato e chi se ne importa, stavolta. E' bello sentirsi decisivi, basta una cosa. Una. Che non si chiami gol. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero