Adesso, passato il derby che spesso lascia strascichi più dolorosi della peggior nottata, è giusto prendere atto della realtà: Garcia si è di nuovo messo al centro della Roma....
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CORREZIONI IN CORSA
La Roma, nel giorno in cui non ha preso gol per la seconda volta in 16 partite (12 di campionato e 4 di Champions), ha confermato di avere il miglior attacco del torneo con 27 reti. Eppure contro la Lazio ha avuto meno qualità a centrocampo e anche in difesa: assenti lo squalificato Pjanic e gli infortunati De Rossi e Strootman, lasciato in panchina lo stanco Maicon, risparmiati parzialmente Florenzi e Keita dentro solo a ripresa inoltrata. Garcia, però, ha scelto bene su quali giocatori puntare. Dentro solo chi sta bene. Addirittura Dzeko, Gervinho, Salah e Iago Falque. Tutti insieme, appassionatamente. Così offensivi e al tempo stesso disponibili al sacrificio.
SEGRETI E CERTEZZE
La svolta, comunque, è nell'atteggiamento. In questo senso sarebbe riduttivo considerare Garcia solo il Signore dei derby (è imbattuto qui è in Francia). La Roma, tolte le gare più semplici, ha cambiato copione, lasciando ormai il possesso palla agli avversari e punta sulle ripartenze dei suoi esterni offensivi. Garcia ha avuto il merito di riqualificare Gervinho e di usarlo insime con Salah. Perchè 2 contropiedisti sono il doppio di 1: la differenza, in campo, si vede. Ecco perché, anche senza playmaker o rifinitore, la qualità e l'efficacia non mancano. I muscoli dietro, le frecce davanti. Semplice e anche spietata, la Roma del derby. Con 7 debuttanti, è vero. Ma 5 di questi sono stati chiamati qui per fare i titolari: Szczesny, Ruediger, Digne, Sala e Dzeko. I giocatori di scorta sono Vainquer e Iago Falque. Il secondo è partito bene in questa stagione: va considerato il 12° uomo. L'altro è creatura di Garcia. Proprio come Gervinho, tornato decisivo come nella prima stagione del francese in giallorosso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero