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Buona la prima, ma con un curriculum del genere non poteva che essere altrimenti. Stephanie Frappart si presenta all’appuntamento con la storia con la tranquillità di una veterana, nel gelo dello Stadium è la prima donna ad arbitrare una partita di Champions e non sarà l’ultima. Classe 1983, esperienza da vendere anche a livello internazionale, compresa l’ultima Supercoppa Europea. Si dice spesso nel calcio, molto meno nel mondo arbitrale, ma Frappart è una predestinata, e si capisce subito, già dal sorteggio tra i capitani e l’attimo di esitazione prima di salutare Bonucci; rimedia col sorriso. Poi sventola il primo giallo della partita in faccia a Bentancur dopo appena 10 minuti, ci vuole personalità, come quando decide di sorvolare sulla trattenuta in area di Bonucci su Verbic. Ma anche pazienza, nella ripresa sul gol di Ronaldo, per valutare la posizione di Morata sul passaggio di Chiesa. Ha convinto tutti perché durante i 90 minuti è riuscita a “sparire”, sempre nel vivo dell’azione, ma mai ingombrante o protagonista. Ha fischiato poco, il giusto. E a fine gara ha incassato i complimenti di tutti.
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Il Messaggero