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«Non è importante il mio futuro, dobbiamo concentrarci sul presente. E sui nostri giovani, da crescere». Fonseca è diretto. E concreto. Non è il momento di guardare alla situazione personale. Conta la Roma che deve blindare il 3° posto, restando sul podio Champions. Paulo, insomma, si dedica all’attualità, nella circostanza alla trasferta in Campania. Quindi la priorità va giustamente alla partita insidiosa contro il Benevento da affrontare con gli uomini contati in difesa. L’handicap è evidente. Mancano contemporaneamente i titolari Smalling e Ibanez, l’alternativa principale Kumbulla, il centrocampista adattato Cristante e il jolly Santon. Non c’è da scegliere, dunque, ma da inventare. Coinvolgendo Fazio, pronto a debuttare in questo torneo, e Jesus, scaricati prima dal club che dall’allenatore per aver rifiutato di lasciare la Capitale nella sessione invernale di mercato. Fuori dalla lista Uefa, sono almeno utilizzabili in campionato. Alla lista degli assenti, oltre al convalescente Zaniolo, anche i ricambi per le corsie, il texano Reynolds (è negli Usa per avere il visto) e Calafiori: 7 assenti, su 8, dietro.
SPIRITO DI ADATTAMENTO
La difesa, insomma, è da assemblare. Ma ricordando bene la sua fragilità anche quando è al completo: 35 reti incassate in 22 partite (contando le 3 della sconfitta a tavolino contro il Verona), come la Fiorentina.
VARIANTE CAMPANA
Niente, comunque, va dato per scontato. Fonseca avrebbe già potuto cambiare sistema di gioco giovedì in Portogallo per fronteggiare l’emergenza in difesa. Modifica, tra l’altro, semplice: senza forzare l’adattamento di Spinazzola e Karsdorp, ecco il classico 4-2-3-1 (resta l’assetto preferito dell’allenatore). E la linea a 4: Spinazzola in mezzo e al fianco di Mancini, e i terzini di ruolo Karsdorp e Peres. La virata, in teoria, è possibile anche stasera. Ancora di più con l’ingresso di Fazio che permetterebbe a Spinazzola di tornare a fare il fluidificante a sinistra dove è più efficace: «Il modulo ha influito, giocare in questo modo lo favorisce. Questo è il principale motivo. Giocando di più chiaramente ha più fiducia» chiarisce il tecnico. Solo in mediana nessun cambio di posizione: Villar, con Diawara che lo insidia, accanto a Veretout. Uscendo Peres, davanti il rombo offensivo sarebbe con Pedro e Mkhitaryan sulle fasce, Pellegrini trequartista e il centravanti. Mayoral viene ancora dato favorito, ma sembra difficile che Dzeko giochi solo la meno importante delle 3 partite in 8 giorni, il ritorno con il Braga giovedì all’Olimpico, lasciando al giovane rivale il Benevento e anche il Milan. Domenica dovrebbe toccare a Dzeko, a prescindere dalla scelta di giornata. Fonseca ricorda spesso che ormai la squadra si è abituata al 3-4-2-1 e quindi rimane contrario a cambiare la traccia. «Vedremo». Lo dice su Dzeko e sul resto. La tentazione c’è. Come quella dei Friedkin che, a ottobre, vorrebbero anticipare la chiusura (versando una maxi rata) del lease back, operazione fatta dai Sensi su Trigoria (venduta e da ricomprare a rate).
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Il Messaggero