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Copione rispettato. Una volta fallito («Sul nascere», come ha rimarcato l’ad dell’Inter Marotta) il tentativo di scambio con Sanchez e concluso il mercato, ieri Dzeko è tornato in gruppo. Edin si è allenato con i giocatori che non sono scesi in campo contro il Verona mentre i titolari svolgevano una seduta di scarico in palestra. Un primo passo verso la normalità a seguito di un lavoro ai fianchi delle rispettive diplomazie negli ultimi giorni. Pinto con Fonseca, l’agente Lucci con l’ex City per un finale abbastanza scontato. Benché da Trigoria siano trapelate versioni leggermente diverse tra chi ha giudicato il riavvicinamento nell’ottica dei «piccoli passi» e altri che lo hanno definito «un inizio di chiarimento», paradossalmente cambia poco. Il rapporto tra i due era, è e resterà incrinato. Al di là del ‘vero’ colloquio atteso in giornata. Fonseca e Dzeko dovranno dunque - come auspicato dallo striscione apparso davanti all’Olimpico lunedì sera e da El Shaarawy ieri: «Sono certo che tornerà fondamentale» - convivere sino al termine della stagione. Poi le strade presumibilmente si separeranno con un finale da scrivere. Perché al di là del terzo posto attuale, Paulo ha il contratto in scadenza a giugno e nonostante le smentite ieri dell’avvocato Branchini su Allegri a tuttomercatoweb.com - volte comunque più a negare un cambio in corsa («Max vive sereno senza appostarsi sul trespolo in attesa che qualcosa accada») - la certezza di una sua permanenza, ad oggi (3 febbraio) non c’è. Allegri o non Allegri.
DOPO I FUOCHI, PINTO
E, fatto più singolare, addirittura Champions o non Champions nonostante nel contratto ci sia una clausola che prevede il rinnovo automatico in caso di piazzamento dal quarto posto in su.
Il Messaggero